Di Antonello Troya

Quella “brutta gatta da pelare” che risponde al nome di bilancio comunale. Ciò che i candidati a sindaco di Scalea non dicono, o meglio cercano di glissare sull’argomento, è lo stato delle casse comunali. Lo sanno i tre candidati che il dichiarato predissesto potrebbe mettere la futura amministrazione comunale in una situazione di “leggero” imbarazzo con i cittadini di Scalea: ovvero aumentare al massimo i tributi comunali. Acqua, rifiuti, pubblicità, occupazione di suolo pubblico e tutto ciò che permette ad una amministrazione di andare avanti. Questo è il regalo che le amministrazioni passate hanno lasciato alla nuova che uscirà dalle urne a fine mese.

La novità è che la corte dei conti di Catanzaro (presidente Vincenzo Lo Presti a latere Francesco Antonio Musolino, Stefania Anna Dorigo e Bruno Lomazzi), ha deliberato che il piano di riequilibrio presentato, dopo la fase di predissesto, si è mostrato carente sul piano economico finanziario. In pratica la corte dei conti ha rilevato che il Comune di Scalea ha gravemente disatteso gli obiettivi fissati dal percorso di risanamento. Insomma porte spalancate al dissesto.

Una storia che parte da lontano e vede sotto la lente di ingrandimento gli ultimi otto anni. Il consiglio comunale nel giugno 2013 aderiva alla procedura di predissesto. Tale delibera prendeva atto della pronuncia della sezione controllo della corte dei conti del rendiconto 2010 con la quale si diffidava il comune ad adottare le necessarie misure correttive per fronteggiare le criticità riscontrate nella gestione dell’ente: ovvero cospicua entità dei residui attivi e passivi, unitamente alla incapacità di riscossione delle entrate ordinarie; utilizzo sistematico dell’anticipo di tesoreria e la mancanza di liquidità; la difficoltà nella riscossione dei proventi delle sanzioni del codice della strada e del recupero dell’evasione tributaria. Anche se con un fondo di rotazione a disposizione il Comune decise di non farne uso, confermato con il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, avendo l’ente già incassato fondi a titolo di anticipazione dalla cassa depositi e prestiti per i pagamenti delle passività pregresse. Ma il piano di riequilibrio si è mostrato subito carente sul piano economico finanziario. In pratica la corte dei conti ha rilevato che il Comune di Scalea ha gravemente disatteso gli obiettivi fissati dal percorso di risanamento negli anni 2015, 2016, 2017, 2018 con un grave e mancato rispetto degli obiettivi fissati dal piano, accumulando ulteriore deficit.