Il sistema idrico integrato fa acqua da tutte le parti, è il caso di dirlo, e il paradosso è il seguente: Sorical, la società che gestisce l’intera risorsa, non può vendere acqua ai comuni e, allo stesso modo, i comuni non comprano e non vendono acqua ai propri cittadini. Fatto sta che sta accadendo questo in Calabria. Come si risolve il problema?
Questo è quanto chiede il sindaco di San Nicola Arcella, Eugenio Madeo, che ha scritto una lettera al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.
Per Madeo, il sistema idrico integrato va riformato nelle sue fondamenta, perché al momento “se un Comune fattura 100 metri cubi di acqua, alla Sorical deve essere rimborsato il costo per la fornitura di 100 metri cubi di acqua, non di 200 o addirittura 300, come capita nella maggior parte dei casi, che vengono venduti ai Comuni e misurati all’ingresso dei serbatoi idrici presenti sul territorio comunale”.
Per il primo cittadino, questo è un altro problema da risolvere: Sorical pretende, ma non effettua una manutenzione adeguata.

LA LETTERA DEL SINDACO EUGENIO MADEO
Auguri innanzitutto di buon lavoro! Ne avrà tanto bisogno, perché tanto lavoro sarà necessario fare, a cominciare dalla ricerca della soluzione ad un problema che si trascina ormai da tanto tempo, senza venirne mai a capo.
La legge n. 36/94, comunemente conosciuta come legge Galli, ha innovato la disciplina della gestione della risorsa acqua prevedendo, in particolare, l’unificazione verticale dei diversi segmenti di gestione, mediante l’istituzione del “Servizio Idrico Integrato” (SII), inteso come l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue.
Con l’approvazione della legge regionale n.10/97, dal 1^ novembre 2004 opera in Calabria la SORICAL, quale soggetto deputato a completare e gestire il complesso acquedottistico regionale e fornire all’ingrosso l’acqua per usi civili/potabili alla totalità dei Comuni calabresi, che provvedono poi a distribuirla alle utenze domestiche e non presenti sul proprio territorio comunale.
SORICAL non può vendere acqua ai Comuni ed i Comuni non comprano, né vendono acqua ai cittadini, che sono tenuti a pagare solo i costi del servizio, i costi cioè per far sì che l’acqua captata possa essere utilizzata e successivamente smaltita, dopo essere stata depurata.
Il nocciolo del problema sta tutto qui!
In definitiva la legge Galli ha posto come obiettivo la riorganizzazione del servizio idrico prevedendo il superamento della notevole frammentazione gestionale con la creazione del Sistema Idrico Integrato. Se lungo il percorso c’è chi vende e chi compra, gli obiettivi del sistema idrico integrato per il raggiungimento di un maggior livello di efficacia ed efficienza del servizio e la garanzia nel tempo della salvaguardia qualitativa e quantitativa della risorsa idrica, sono destinati al fallimento, come ampiamente dimostrato dall’esperienza SORICAL.
Si può discutere sulla dimensione gestionale ottimale del sistema, ma il gestore del SII deve essere unico. Ci può essere una catena formata da tanti anelli, non tanti anelli che non formano una catena. Se le reti di adduzione e di distribuzione fanno acqua da tutte le parti, è la Regione che programma l’uso più opportuno delle risorse finanziarie disponibili per migliorare il sistema.
I costi dell’intero sistema devono essere, pertanto, ripagati con la fatturazione inviata alle singole utenze domestiche e non. E se un Comune fattura 100 metri cubi di acqua, alla SORICAL deve essere rimborsato il costo per la fornitura di 100 metri cubi di acqua, non di 200 o addirittura 300, come capita nella maggior parte dei casi, che vengono venduti ai Comuni e misurati all’ingresso dei serbatoi idrici presenti sul territorio comunale. Tale misurazione può essere utile solo per capire quale anello della catena non funziona e cosa occorre fare per correre ai ripari, ben sapendo che esistono i poteri sostitutivi, non per scaricare sui Comuni tutti i costi di un sistema ridotto male.
Se non esiste ancora un gestore unico del SII, le conseguenze di una tale grave inadempienza regionale non potranno continuare a pesare negativamente sulle finanze comunali.