Di Settimio Alò

Se ne parla e se ne discute come forma alienata dei nostri territori, ed invece come molti ben sanno, il tanto amato/giudicato conflitto di interesse, prima di riguardare e coinvolgere Silvio, tocca ed incide anche sulle nostre comunità. Di frequente la locuzione “conflitto di interessi” viene utilizzata senza prima averne dato una definizione netta e precisa e sbeffeggiata anche da chi ignorantemente ne sia invischiato. Il conflitto di interessi è una condizione giuridica personale che si verifica quando un’alta responsabilità decisionale e gestionale viene affidata ad un soggetto che ha (appunto) interessi personali o professionali, in un contesto di “presunta imparzialità” sociale, politico, economico, sportivo che potrebbe venir meno a causa degli interessi in causa dello stesso affidatario. In sostanza, un qualunque sindaco non potrebbe e non dovrebbe mai essere ad esempio, proprietario dell’immobile dove l’ente comunale risiede e paga un canone d’affitto. Casi marziani? Eppure spulciando tra gli 8 mila comuni italiani, la ove anche l’impossibile diviene fattibile, riusciamo a trovare casi del genere, quando in loco di primi cittadini fanno la loro comparsa mogli, figli e affini, specialisti in volgarissimi presta nome. Il conflitto di interessi è il cancro della democrazia, causa di diseguaglianza e fonte di corruzione e ingiustizia. Con queste parole Federico Imposimato non più tardi di qualche anno fa scatenò una bufera televisiva in una nota trasmissione tanto da dover interromperne la prosecuzione. Ma restiamo ai nostri territori comuni ed amministrazioni: siamo davvero certi e convinti che i nostri primi cittadini, solo per restare alla costa tirreno cosentina, di interessi privati, conflitti, più o meno esigenti ed ingerenti, non ne abbiano o non ne debbano coprire e garantire tali appartenenti a famiglie e parentati? Siamo certi e convinti che cariche ruoli deleghe assegnati ed individuati da un sindaco verso assessori e componenti di una giunta non siano, in maniera sottile o chiari come la luce del sole, pesantemente conflittuosi? Caso recentissimo di conflitto di interesse: Otranto, terreno da rurale trasformato in edificabile. Sindaco e giunta fanno il loro “dovere” a favore di un costruttore. Il caso vuole però che il costruttore sia il prossimo candidato a sindaco della città nonché fratello dell’attuale primo cittadino il quale già noto che non avrebbe riproposto la sua candidatura. Benvenuti a qui le comiche. W l’Italia. Ma noi siamo scienza non fantascienza diceva una reclame di un ventennio fa e qualunque maggioranza comunale oggi come in tempi passati respinge e respingerebbe con forza mozioni inerenti a conflitti di interesse garantendo pulizia e trasparenza di un operato politico lucente e brillante. Senza correre con la mente all’illustre Cavaliere pensiamo solo per un attimo ai sindaci agli assessori alle famiglie ai parenti delle amministrazioni locali, dopo di che, bevuto un bicchier d’acqua fresco che ci faccia riprendere, sperando di non cadere in una depressione e desolazione acuta, chiediamoci senza risposta il perché un cambio di rotta politica non avviene e non potrà avvenire, quali poteri e parentati andrebbero sgretolati, quali cariche assessorili andrebbero revocate, quali e quanti sindaci dovrebbero dimettersi quali e quanti comuni andrebbero sciolti o commissariati. Il conflitto di interesse ben più ampio della corruzione, è passibile e punibile penalmente, eppure resta graditissimo accessorio di moltissime scrivanie di primi cittadini sorridenti a mo di ebeti alle spalle e sulle spalle di cittadini soffocati da cotanta arroganza e tracotanza.