PENSIAMO A SCALEA
Movimento Politico Locale
SOSPENSIONE URGENTE DELL’Art. 8 del Regolamento Entrate
Scalea, lì 25/6/2020.
Al Commissario del Comune di Scalea ed al Segretario Generale
Facendo seguito alle precedenti istanze, insistiamo per l’adozione di provvedimenti ed interventi finalizzati ad aiutare le imprese scaleote in difficoltà ed a rendere più funzionale ed efficace l’intera filiera turistica di Scalea in questo periodo di persistente emergenza sanitaria, che ha imposto ed impone pesanti limitazioni e costose restrizioni alle normali attività del settore, con conseguenti perdite reddituali rilevanti.
Lo Stato sta cercando di aiutare le aziende in tutti i modi, almeno nelle proclamate e sbandierate intenzioni, anche con aiuti economici e rinvio delle scadenze tributarie, a volte anche con abbuoni.
Cosa fa il Comune di Scalea per le aziende e partite iva operanti sul suo territorio ?
In mancanza di aiuti economici ed abbuoni di tributi, abbiamo proposto almeno la sospensione fino al 31/12/20 della norma di cui all’art. 8 del Regolamento delle Entrate 2017 di codesto Ente che subordina “qualsiasi rilascio di autorizzazioni, concessioni….” ecc. alla “verifica della regolarità delle posizioni” debitorie nei confronti del Comune di Scalea.
Abbiamo sottolineato che tale norma, di dubbia legittimità costituzionale, è prevista dalla legge come “mera possibilità dell’Ente Comunale e non come obbligo”. La stessa, peraltro, costituisce un’odiosa sorta di “ricatto legale”, che mal si addice all’azione ed all’immagine di un ente pubblico qual è il Comune. E’ vero che l’ente deve certamente incassare, ma è anche vero che ha il dovere di stare vicino ai suoi amministrati, soprattutto nei momenti difficili come questo.
La sua applicazione consente, in mancanza della regolarizzazione della posizione debitoria, la sostanziale chiusura di un’attività economica con conseguente impossibilità per il titolare di pagare quanto dovuto. E’ vero che è più facile l’accesso alla rateizzazione (vedasi nuovo regolamento), ma è altrettanto vero che, in questo periodo di grave crisi economica, riconosciuta a livello mondiale, occorre un sforzo da parte del Comune.
Un aiuto che non consisterebbe nel non far pagare le tasse, ma solo nel salvaguardare aziende al momento non in condizioni di definire le loro pendenze. Lavorando potrebbero salvarsi e, quindi, pagare il debito con l’ente. Ricordiamo che, in forza della tutela di diritti costituzionalmente garantiti (libertà di iniziativa economica), la legge stabilisce condizioni e limiti anche all’azione esecutiva sui beni del piccolo imprenditore, subordinando la loro pignorabilità a determinati presupposti di fatto.
Ora, in conseguenza della grave crisi economica dovuta all’emergenza Covid-19, che attanaglia soprattutto il settore turistico (alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari, bar, gelaterie, pizzerie, ed attività simili e commerciali in genere, ma anche tutto l’indotto) ed in occasione della stagione estiva, ormai iniziata tra le note varie problematiche, che stanno causando il paventato aumento dei costi e la diminuzione dei ricavi, sarebbe opportuno, se non proprio necessario e vitale per il comparto, quanto meno sospendere l’efficacia della suddetta norma contenuta nell’art. 8 del Regolamento Entrate (norma che il comune legittimamente potrebbe finanche abrogare).
Ciò consentirebbe di salvare tante attività economiche e diversi posti di lavoro con evidenti benefici per lo stesso Ente comunale (creditore). Una chiusura delle attività debitrici provocherebbe quasi certamente l’impossibilità di recuperare il credito da parte del Comune. Se, invece, le attività si salvano, il comune potrà, anche se a rate, recuperare i suoi crediti.
Sperando nell’accoglimento della presente istanza si porgono distinti saluti.
Avv. Achille Tenuta
(responsabile dei rapporti col Comune e già Presidente del Consiglio Comunale uscente)