PAOLA– “Mel merito della questione relativa alla realizzazione delle due gallerie sulla linea ferroviaria Paola-Cosenza, seppur favorevole a possibilità di progresso e sviluppo, ritengo, senza mezzi termini, inaccettabile questo progetto per come è stato proposto e concepito”. Lo afferma, in una nota stampa, il consigliere comunale di Maggioranza, Marco Minervino, all’indomani di una manifestazione tenutasi presso l’auditorium del S. Agostino di Paola utile a presentare il libro scritto dall’Avv. Franco Maldonato, dal titolo “L’imbroglio:Storia dell’alta velocità al sud”. All’incontro pubblico è intervenuto il sindaco della città di Paola, Giovanni Politano, ribadendo la volontà dell’amministrazione comunale di tutelare il bagaglio storico e la centralità del nodo ferroviario Paolano nell’ottica della trasportistica calabrese, e la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
“La Calabria – Rende noto inoltre Minervino- è già una delle Regioni più penalizzate d’Italia da un punto di vista infrastrutturale e con questo progetto rischiamo seriamente di perdere gli unici finanziamenti destinati al nostro territorio. Prima di tutto – Sottolinea il membro della commissione speciale ‘Santomarco’ – occorrerechiarire che i fondi non sarebbero quelli del PNRR, ma quelli destinati alle opere complementari, e non abbiamo mai capito a cosa sia complementare quest’opera dal momento che l’Alta Velocità in Italia si ferma progettualmente a Praja e non c’è niente di concreto per ora per portarla da Praja in giu”. Il capogruppo de ‘La Migliore Calabria’ in consiglio comunale rende noto inoltre: “Stiamo rischiando seriamente di gettare queste risorse. Infatti grazie ai lavori della Commissione Speciale voluta dalla nostra Amministrazione che ha coinvolto tecnici e ed esperti autorevoli sono emersi dettagli raccapriccianti sui lavori della vecchia galleria Santomarco. Il traforo già fatto per gli scavi dell’attuale Galleria dal 66 all’87 portarono alla luce la presenza di circa 5,25 chilometri di scisti epidotici associati a serpentiniti, cioè rocce contenenti metalli pesanti e amianto naturale dal Monte Luta.
In quegli anni le rocce furono accatastate senza criterio in località Pantani creando delle vere e proprie montagne, oltre che per la creazione dei cavalcavia degli attuali binari e delle dighe soffolte in zona bracci
Durante i lavori di commissione – Sottolinea Minervino – abbiamo identificato almeno un centinaio di ex lavoratori della galleria che si sono ammalati di Silicosi, molti di loro purtroppo poi deceduti per tumore ai polmoni. Oltre questo abbiamo anche individuato decine di casi di tumore nel raggio di 300 metri dai lavori di scavo tra le persone che vivevano in quei luoghi compatibili con inquinamento ambientale. Purtroppo questo progetto ha riaperto ferite della nostra gente mai rimarginate dopo decenni di silenzio assordante.
Difronte a queste evidenze scientifiche emerse non possiamo che essere attoniti, considerando prioritaria la salute dei concittadini, che difenderemo a tutti i costi.
Non possiamo accettare – Conclude – che tali rocce da scavo possano essere estratte a pochi metri dalle abitazioni, a 200 metri dal nostro ospedale e transitare liberamente nel centro urbano.
Come Amministrazione vogliamo evitare che questa opera diventi l’ennesima cattedrale nel deserto, con l’eventualità che si perda tra infiniti ricorsi e iter burocratici. RFI dimostri buon senso ascoltando le nostre tesi”.