“D’estate in Calabria tutti i nodi ambientali vengono al pettine. In questi giorni titoli di giornale e post su facebook sono in larga parte dedicati all’emergenza rifiuti o alla depurazione dei mari.

Anche i politici e i partiti meno credibili, quelli che in passato potevano e non hanno agito, devono dire la loro sul caso depuratori. L’Assessore regionale all’Ambiente Sergio De Caprio vanta di aver sbloccato situazioni ferme da anni e di aver preparato 125 interventi su 120 Comuni e finanziato le progettazioni con 65 milioni di euro già approvati.

Noi crediamo che il “peccato originale” sia stato affidare la gestione di un servizio essenziale come la depurazione delle acque a privati; la gestione degli impianti di depurazione deve ritornare in mano al pubblico e alle comunità locali perché non deve essere permesso a nessuno di lucrare sulla nostra salute e sulla salute della nostra terra.

Inoltre la notizia dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Paola riguardante la depurazione di alcuni comuni dell’Alto Tirreno cosentino che ha visto coinvolto, tra gli altri, un tecnico dell’Arpacal impone una riflessione sulle agenzie di controllo ambientali. Non da oggi noi nutriamo sospetti sul corretto funzionamento di Arpacal ma ora è sotto gli occhi di tutti.

Amalia Bruni, candidata Presidente per la Regione Calabria del #PD, afferma d’esser d’accordo. Perché il suo partito non promuove subito in seno al consiglio regionale con tutti i sindaci interessati una riunione per programmare la (ri)municipalizzione del servizio di depurazione? Non ad ottobre, ma ora.

Non può essere indipendente e affidabile il controllore che è nominato da chi dovrebbe essere sottoposto a controlli. La politica deve stare fuori dalle nomine Arpacal. Chiediamo che si individuino attraverso una legge regionale gli strumenti normativi per tenere le Agenzie di controllo fuori dalle ingerenze della politica e maggiormente al servizio dei e delle calabresi”.

Friday for the Future Cosenza.