Di Antonello Troya
Un meccanismo fraudolento, secondo il quale gli amministratori delle società svuotavano le casse delle imprese e distraevano beni aziendali al fine di danneggiare i creditori.
Motivi legati all’operazione “Affari di famiglia” che aveva portato all’arresto di Giacomo De Marco )nella foto) e del figlio Gino. Il giudice (con rito abbreviato) li ha condannati rispettivamente a 2 anni e otto mesi e due anni di reclusione (pena sospesa).
L’operazione, guidata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni, aveva portato le fiamme gialle ad indagare sui De Marco, su alcune condotte riconducibili al reato di bancarotta fraudolenta legata alla loro attività di amministratori e imprenditori di società riconducibili a loro. Il giudice al termine del processo ha dissequestrato le loro quote e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Ursula Geisler, ritenuta una prestanome, è stata condannata ad otto mesi di reclusione.
