“L’attuale maggioranza che governa Praia a Mare ha intravisto nei guai giudiziari del sindaco una possibilità per fare quello che lo stesso non ha mai concesso loro di fare: mettersi in luce. E l’approvazione del bilancio me ne ha dato conferma. Questo è sciacallaggio, oltre che un suicidio politico a danno della città”.

Parole dure quelle che il consigliere comunale di opposizione Antonino De Lorenzo ha riservato ai suoi ex colleghi nel corso del consiglio comunale di martedì 1° giugno, che ha registrato l’approvazione del documento economico con i soli voti della maggioranza.

“I consiglieri e gli assessori che sono rimasti in sella – commenta – non hanno le capacità per amministrare. Questo non è un giudizio sulle persone o sui professionisti. È una cruda constatazione di uno stato di fatto ben noto a tutti: la macchina amministrativa praiese concepita in decenni di gestione personalistica da Antonio Praticò non è gestibile da nessun altro”.

Secondo De Lorenzo, allora, l’unica strada percorribile sarebbe stata dimettersi e consegnare l’ente a un commissario governativo, capace di azzerare e ripartire. Di riallineare l’organizzazione del personale e degli apicali, ricollocando correttamente le risorse e ristrutturando totalmente le procedure interne. Lo ha detto chiaramente nella seduta consiliare.

“I miei ex colleghi affermano di voler rimanere in sella per senso di responsabilità, ma è falso. Restano lì per un senso di riscatto, per quel piccolo faro che si è acceso su di loro e che il sindaco non ha mai consentito di accendere.

Le dimissioni, invece, sarebbero state un gesto di responsabilità, oltre che l’alternativa giusta a quello che la città vive dal 13 maggio ad oggi: un’amministrazione intubata che vive solo perché anziché essere attaccata ad un respiratore artificiale è attaccata ad una poltrona affossa Praia a Mare”.

Nel suo intervento in consiglio, De Lorenzo ha sottolineato come il bilancio stesso sia la sintesi di azioni scellerate che hanno provocato anche l’inchiesta Amici in Comune della Procura della Repubblica di Paola, che ha condotto agli arresti domiciliari ill sindaco, poi sospeso dalla carica dal prefetto.

“Il documento approvato – spiega il consigliere di opposizione – contiene spese che sono state oggetto delle indagini, arresti e interdizioni. Basterebbe solo questo aspetto. Ma volendo c’è dell’altro in questo documento che i miei ex colleghi neanche conoscono, semplicemente perché non hanno partecipato alla sua stesura, neanche in forma di semplice discussione.

Come i 40 mila euro ‘regalati’ a una società di Roma che avrebbe dovuto promuovere Praia a Mare, che invece ha promosso soltanto il proprio conto corrente senza produrre alcuna novità. I 6 mila 100 euro ‘buttati’ per realizzare dei video da trasmettere su una tv del Digitale terrestre, dimenticando i passaggi sulle più importanti trasmissioni televisive nazionali, di reale valenza turistica, senza mai sborsare un euro. Oppure i 7 mila euro spesi per acquistare una piattaforma software per gli accessi dei turisti, mai entrata in funzione e che mai lo farà.

Ci sono i soldi spesi per effettuare i tamponi per il Coronavirus agli amministratori, tra l’altro pagati il triplo rispetto al prezzo di mercato e quelli per un banco alimentare composto da beni che di solito si ottengono gratuitamente.

È, insomma, il bilancio che ha tenuto conto della pandemia solo per fare clientela, per spendere e spandere in attività insulse e che poco hanno avuto a che fare con la gestione dell’emergenza.

L’elenco è vasto – aggiunge allora De Lorenzo – e consta anche di buoni spesa che però non arrivavano mai e di zero sgravi ai praiesi nonostante 1 milione 100 mila euro di ristori che il comune ha incassato.

Non c’è invece traccia di cose che sarebbero state importantissime per i cittadini, come moratorie e dilazioni del pagamento dei tributi arretrati.