“Leggo una nota diffusa a mezzo stampa secondo cui io, nella qualità di presidente del consiglio comunale di Paola, avrei “imboscato” documenti richiesti dal gruppo consiliare Progetto Democratico, «mandando così inevasa una interrogazione della minoranza».
Premetto che la mia storia personale, la mia vita, la mia educazione e la mia rettitudine morale cozzano con comportamenti non rispettosi delle istituzioni” Lo afferma il presidente del consiglio comunale di Paola, Graziano Di Natale nel replicare all’attacco del consigliere di minoranza Pino Falbo
“C’è l’evidente tentativo, ormai noto ai più –Prosegue Di Natale– di delegittimare la mia persona, da parte di chi, frustrato da un accumulo di insuccessi, tenta di trascinare su ogni cosa, anche la più banale, la mia persona o il mio operato.
Intanto, prima di esercitare il ruolo di consigliere comunale, bisogna conoscere le disposizioni del testo unico degli enti locali, dello statuto comunale e del regolamento del consiglio comunale, le quali non individuano nel presidente del consiglio comunale l’organo chiamato a dare risposta ad interrogazioni o mozioni”.

Il consigliere regionale, piuttosto stizzito, smonta, dati alla mano, il castello accusatorio dell’ex candidato sindaco
“Va qui ricordato che l’articolo 24, primo comma, del regolamento del consiglio comunale prevede che «i consiglieri comunali hanno diritto di presentare al presidente interrogazioni e mozioni su argomenti che riguardano direttamente le funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo del consiglio comunale e le altre competenze attribuite dalle leggi e dallo statuto», ma il comma successivo si limita ad attribuire al presidente del consiglio comunale il solo compito di curare la mera trasmissione di copia delle interrogazioni all’organo competente per l’ulteriore seguito.
Invero, il terzo comma dello stesso articolo 24 – così come l’art. 43, terzo comma, del TUEL e l’art. 56, comma 12, dello statuto comunale – prevede che alle interrogazioni e ad ogni altra istanza di sindacato ispettivo presentata dai consiglieri le risposte vengano date agli interroganti non dal presidente del consiglio comunale, ma dal sindaco o dall’assessore da lui delegato
Pertanto nessuna risposta è tenuto a dare o comunicare il presidente del consiglio comunale”. Stando inoltre a quanto dichiara il presidente dell’Assise Paolana
Non si tratta neanche di interrogazione in senso proprio “Giacché l’esigenza conoscitiva fatta valere dai consiglieri del suddetto gruppo consiliare si basa, in tutta evidenza, sul diritto all’accesso ad atti amministrativi previsto e disciplinato dall’art. 43, comma 2, del TUEL nonché dall’art. 26 del citato regolamento, i quali atti non sono detenuti dal presidente del consiglio comunale”