IL DILEMMA DEL MOVIMENTO

di Tommaso Merlo

Il Pd e la Lega sono entrambi stomachevoli, anche se per ragioni diverse. Sono entrambi un rimasuglio maleodorante del vecchio regime, anche se con Salvini la Lega si è camuffata per essere più appetibile sul mercato elettorale. Quella social è solo l’accattivante confezione, il prodotto vero è ben più inquietante. Ma fin quando non avrà i numeri, il Movimento sarà costretto a contaminarsi per riuscire a fare. Del resto il Movimento nasce per fare e facendo ha l’ambizione di ripulire la nostra democrazia e renderla più trasparente e diretta. Stando ai fatti, con la Lega è andata bene tutto sommato. In un anno il Movimento ha realizzato molto stravincendo il confronto con la Lega. Non solo per la quantità di cose fatte, ma anche per i comportamenti tenuti dai portavoce nelle istituzioni. La Lega è stata martoriata dagli scandali e Salvini ha offerto uno spettacolo osceno culminato con un vile tradimento. Nonostante questo, sondaggi e tornate elettorali, hanno certificato una impressionante emorragia di consensi del Movimento. Le elezioni politiche sono un altro film, certo, ma il calo c’è stato eccome. Un calo drammatico nella sua rapidità e consistenza e dovuto anche al fatto che il Movimento nasce con valori di fondo e sensibilità opposte a quelle di Salvini. Dietro agli ipocriti sorrisini del capitone, soffia il sovranismo. Una parola nuova per indicare robaccia vecchia come il mondo. Robaccia d’ultradestra. Nazionalismo, bigottismo, autoritarismo, razzismo. Non certo un segreto. Salvini è filorusso, sono Putin ed Orban i suoi modelli culturali di riferimento. Lo ha detto mille volte. Salvini è la versione italiota di un rigurgito spaventoso che si è rivelato indigeribile per moltissimi elettori che hanno votato il Movimento. Al punto che perfino le cose fatte non sono servite a farli tornare. Ora, col Pd questo problema “ideologico” non c’è. Il Pd è un partito morente e marcio fino al midollo e a livello di singoli dirigenti è inguardabile.

Ma a livello di valori di fondo e sensibilità, sulla carta, il Pd è molto più compatibile col Movimento. E’ molto più in sintonia sulle politiche sociali, sui diritti e anche sulla sicurezza e sull’immigrazione. Temi su cui Salvini ha costruito la sua fortuna prendendo per i fondelli gli italiani. Col Pd sarebbe possibile perseguire il rigore ma senza il cinismo e la rivoltante spietatezza salviniana. Fermezza senza speculare sulla pelle di qualche povero cristo. Anche a livello internazionale, col Pd si eviterebbe l’isolamento europeo e una nuova stagione nel ghetto. Certo, poi c’è la pratica. Con la Lega la cooperazione per un anno ha funzionato perché è un partito dittatoriale, una protesi dell’ego di Salvini, mentre il Pd è una melassa di faide sanguinolente. Ma se Conte è della partita potrebbe valere la pena tentare. Governando insieme alla Lega, il Movimento ha fatto emergere chi sia davvero quel ciarlatano di Salvini. Lo stesso varrebbe per il Pd che la pagherebbe cara se tradisse per qualche faida intestina. Rimane l’opzione di andare al voto subito anche se il Movimento rischia poi di ritrovarsi nella stessa situazione o forse con numeri meno favorevoli. Un dilemma e una sola certezza. Pd e Lega sono entrambi stomachevoli.