Una vicenda delicata, dalla duplice chiave di lettura.

Da un parte le accuse e le indagini della procura della Repubblica di Paola all’Italbacolor di Fuscaldo, attualmente chiusa, posta sotto sequestro.

Dall’altra parte, la parte più umana e complessa della triste vicenda.

Ottanta dipendenti della fabbrica sarebbero a rischio licenziamento.

Padri di famiglia, giovani e gente disperata per un posto di lavoro, un tempo stabile, ma divenuto oggi un serio problema.

I dipendenti Italbacolor hanno protestato a Cosenza, mentre ieri hanno incontrato la politica bipartisan fuscaldese.

Maggioranza ed opposizioni hanno sostenuto i lavoratori.

Questo è il messaggio del sindaco Ramundo

“IL LAVORO È SACRO ed è un diritto a cui nessuno dovrebbe essere costretto a rinunciare. Per questo motivo, stamane, abbiamo espresso, insieme ai componenti della nostra Amministrazione comunale ed a nome di tutta la comunità di Fuscaldo, massima vicinanza e sincera solidarietà ai lavoratori dell’Italbacolor, sui quali pende la spada di Damocle del licenziamento.
Certo, la vicenda è un po’ più complessa, per via dell’indagine portata avanti dalla Procura della Repubblica di Paola, per quel che concerne l’ipotesi di smaltimento illecito di rifiuti industriali.
Sono ad ogni modo certo e fiducioso, che la Magistratura saprà svolgere il proprio ruolo nel più breve tempo possibile, garantendo, comunque, la salvaguardia dell’ambiente da ogni forma di inquinamento, che è un principio fondamentale, a cui nessuno può rinunciare”

Prorio il comune tirrenico, dopo aver preso atto delle indagini della procura, tramite il sito internet aveva annunciato che

“Il Comune di Fuscaldo sta seriamente valutando di costituirsi parte civile in quella che non esitiamo a definire una vicenda triste e cupa, che danneggia enormemente la nostra comunità e che seguiremo passo per passo, con la dovuta attenzione”

Il comunicato, poi pubblicato sulla pagina facebook del comune di Fuscaldo, così proseguiva


“Unitamente al vice sindaco e delegato all’ambiente, Paolo Cavaliere, ed a tutti i componenti della giunta e della maggioranza consiliare, valutiamo in modo più che negativo quanto emerso dalle indagini portate avanti dall’Arma dei Carabinieri ed in attesa di conoscere i dati delle analisi effettuate dall’Arpacal, che abbiamo già richiesto, non ci penseremo due volte a costituirci parte civile.
La nostra comunità, infatti, risulta indubbiamente parte offesa e, da quanto abbiamo avuto modo di leggere nel decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Paola, ci pare più che giusto valutare l’ottimo lavoro svolto dall’Arma dei Carabinieri dell’aliquota Radiomobile della Compagnia di Paola, riservandoci ogni eventuale azione a tutela dei nostri cittadini ed a tutela e salvaguardia dell’ambiente. Su queste tematiche, infatti, siamo stati, siamo e saremo intransigenti e non consentiremo a nessuno di arrecare danni al nostro ecosistema ed al nostro mare. Siamo dunque fiduciosi nell’iter da parte degli organi inquirenti e giudiziari ed aspettiamo di comprendere l’entità reale delle percentuali di inquinamento rilevate, in modo tale, come affermato in precedenza, da poter assumere una posizione netta, con dati ufficiali, dinanzi gli organismi competenti, a difesa degli interessi del nostro ente e del nostro Paese” – sono le parole pronunciate dal sindaco Gianfranco Ramundo, subito dopo aver appreso del sequestro preventivo di uno stabilimento industriale ubicato nella zona nord del nostro comune.

Come detto, anche le opposizioni consiliari dell’Assise fuscaldese hanno incontrato i dipendenti “in divisa da lavoro rossa”

“Siamo al loro fianco” il messaggio di Filella.