di Saverio Di Giorno 

Tutte le analisi crollano su questi territori del Tirreno cosentino. In nessuna statistica rientrano le previsioni dei voti uscenti dalle nostre urne. Nessuna lettura di partito può funzionare e nessuna logica o categorizzazione regge. Sulla nostra costa persino le europee e le amministrative si fondono in un unico gioco di potere dove le uniche previsioni future si possono fare a partire dalla strada e le uniche letture ritornando su questa.

In una regione come la nostra dove il voto ha perso gran parte della sua funzione le elezioni europee hanno una logica tutta particolare. Non garantiscono un seggio, in quanto la circoscrizione è grande quanto tutto il meridione e va diviso, quindi serve solo misurare le forze dei partiti, anzi di chi li rappresenta sui territori. Serve a poter prendere le misure così in attesa di appuntamenti importanti…

Chi si espone per le europee sulla nostra costa non lo farebbe se poi non ha altre mire in futuro, perché perderci tempo ed energie altrimenti? Ecco quindi che prendono un senso certe facce e certe auto fuori dai seggi di Scalea per racimolare qualche voto per Fratelli d’Italia, la quale fa un buon risultato tutto sommato rispetto alla media nazionale. Anche meglio fa a San Nicola Arcella. Bene, ma non benissimo se si pensa che ultimamente Fratelli d’Italia a Scalea e non solo, significa Mario Russo, un campione indiscusso di consensi.

Secondo qualcuno sarebbe in attesa di un’occasione per un rientro nella politica, forse nelle amministrative prossime o forse proprio tramite FdI che comunque avrà un ruolo nelle prossime regionali. Con tutta probabilità sarà di FdI il candidato della coalizione di centrodestra. Bisogna attendere appunto come evolve la situazione. Finora dove lui mette candidatura o buona parola, tutto si trasforma in vittoria eppure questa volta Fratelli d’Italia ha raggiunto solo la metà dei consensi della Lega arrivata prima. Come è possibile?

Certamente non si è impegnati molto per le europee e inoltre non si espone da tempo però forse è uno dei sintomi del fatto che la presa sul territorio si è leggermente allentata.
Un controllo dei vecchi pezzi da 90 della politica calabrese che pare essersi allentato un po’ ovunque.

A Rende il candidato sindaco Manna non è riuscito a centrare il primo colpo nonostante fosse stato vicino prima ai Gentile e poi al Pd, i quali quindi hanno pensato bene di abbandonarlo al suo destino.
Un discorso simile si può fare per Diamante, la città del segretario del Pd calabrese Magorno, il quale però è sempre più lontano dal governatore. Sempre più da quando per il governatore tira una brutta aria. Lui non ha atteso nemmeno una sentenza per correre ai ripari. Il suo Pd arriva solo terzo. Sono pur sempre le europee, anche qui, però Magorno ha intenzione di rientrare nel comune seppur come consigliere e questo poteva essere un modo per sondare il terreno, attendendo il 7 luglio, data delle amministrative. Anche qui il territorio è andato altrove.

Il Pd calabrese in generale poi merita un discorso a sé. Se c’è un’altra chiave di lettura delle europee sono le preferenze e pare proprio che quelle provenienti dalla Calabria siano state dirottate su candidati campani come Cozzolino, Paolucci e altri e non su quello preferito di Zingaretti e cioè Roberti. Una controtendenza con le direttive nazionali che peserà forse sulle regionali. Zingaretti non può permettersi un caso Umbria di nuovo, anche perché lo scandalo sarebbe più grande però sulla testa di Oliverio pesa la spada di Damocle, anzi di Gratteri. Zingaretti attende o forse ha già in mente altro?

Non attendono però solo le alte cariche della politica, ma anche i piccoli sindaci, lasciati a loro stessi. Nessuno ha voglia di infilarsi in comuni che vanno avanti ormai grazie a vecchi tecnici sempre uguali, dove le aziende sono sempre quelle, alcune marce ed anche senza soldi. Molte sono state le riconferme e tra questi alcuni hanno lavorato molto bene, ma in molti altri casi semplicemente non c’era modo di gareggiare contro vecchi grumi di potere e le campagne elettorali fatte tutte con i messaggi su -whatsapp e facebook lo dimostrano. D’altra parte anche qui molti attendono che il Procuratore Bruni dia seguito alle sue parole allargando le indagini. Qualcuno secondo la stampa attende chiuso nei garage.

Tutti attendono. Quasi come fosse il gioco “uno due e tre stella”. O forse no, il paragone è sbagliato perché la gara è a chi farà per prima a urlare “viva il magistrato!” perché in un momento dove nessuno controlla più nessuno bisogna essere abili a capire dove arriva e se arriva la magistratura per andare dalla parte opposta. Lo fece per tempo Salvini e lo ha già fatto Magorno, sempre con Gratteri e lo fa anche qualche criminale del cosentino che in questi giorni con quest’aria diventa pentito.