DIAMANTE- Polemiche, polemiche, ancora polemiche. A Diamante la politica continua a litigare e al centro della contesa finisce non solo il programma natalizio ritenuto inadeguato dal consigliere comunale di minoranza Pino Pascale, ma anche i centrini. Al video dell’ex candidato a Sindaco ha replicato il Sindaco Ordine, scatenando la controreplica di Pino Pascale. Questo quanto riportato da Marcello Perrone sui Social: «Ora vorrei dire la mia sul caso dei centrini.
Tengo a precisare che non avrei mai voluto fare un post su questo argomento, perché non lo ritengo produttivo per tanti motivi, e perché molti ci hanno già ricamato abbastanza. Detto questo, però, sento il bisogno di esprimere il mio pensiero. Al DAC ci va la mia amata mamma e le mie adorate zie. Conosco tutte le persone che frequentano quel luogo: le stimo e nutro affetto per ognuna di loro. Molti partecipano proprio perché è stato detto che lì non si fa politica. Oltre a condividere il lavoro – e credetemi, sono molto brave – quello è un luogo di socializzazione, un modo per contribuire ad abbellire il paese. Parlando con mia mamma e le mie zie, mi raccontano sempre tutto con gioia, con il sorriso. Non solo lavorano a maglia, ma si divertono, scherzano e creano unione. Rafforzano non solo il legame tra loro, ma anche l’amore per il proprio paese. Io credo che sia una cosa meravigliosa. Sono passato anch’io a salutare mia mamma e ho visto solo sorrisi e orgoglio nel mostrare i lavori che presto vedremo tutti. Ho ascoltato la diretta di Pino Pascale e, personalmente, non mi sono offeso. Anzi, mi ha ricordato i racconti di mia nonna quando andava al fiume a lavare i panni con il sapone fatto in casa e la cenere: nonostante il freddo e la fatica, per lei era un momento quasi di gioco, un momento di unione tra donne che lavoravano tutto il giorno in casa e nella famiglia. Quell’ora al fiume era evasione, era condivisione, era complicità. Per questo, ascoltando quelle parole, non mi sono sentito offeso: ho capito il senso e ho provato perfino orgoglio.
È vero, forse poteva esprimersi meglio, ma credo che le intenzioni fossero buone. Questo non significa che chi si è sentito offeso non avesse il diritto di chiedere spiegazioni: anzi, ha fatto bene. E non dico nemmeno che l’amministrazione abbia sbagliato a difendere, ma sarebbe stato meglio chiedere prima chiarimenti, per evitare fraintendimenti. Ora però mi rivolgo sia alla maggioranza che all’opposizione, ma soprattutto al sindaco: fermate questa discussione. Non fa bene a Diamante e sta mettendo in difficoltà molte persone che frequentano il DAC. Quelle persone non sono lì né per divisioni né per politica, ma per aiutare il paese, condividere e socializzare».
PER UNA COMPLETA LETTURA ECCO IL BOTTA E RISPOSTA DEL SINDACO E DEL CONSIGLIERE DI MINORANZA.
LA REPLICA DEL PRIMO CITTADINO
«Questa non è politica. Parole che offendono l’identità della nostra comunità ed il lavoro di tante persone che con spirito di sacrificio e passione stanno dando lustro al nostro paese. Persone che, ogni giorno, con dedizione e passione e con il loro duro lavoro costruiscono qualcosa di bello per tutti noi. Persone che meritano rispetto, non offese gratuite ed insensate. A tutte loro, oltre che il mio sincero ringraziamento per tutto quello che quotidianamente realizzano per Diamante, va la mia solidarietà più piena e profonda. Vergogna per chi usa le parole per ferire invece che per costruire. Insieme continueremo a camminare a testa alta. Sempre».
LA CONTROREPLICA DI PINO PASCALE
«𝗜𝗡𝗧𝗘𝗟𝗟𝗜𝗚𝗘𝗡𝗧𝗜 𝗣𝗔𝗨𝗖𝗔. È ormai evidente che difronte alle difficoltà della città il sindaco preferisca ricorrere ad una narrazione costruita anziché assumersi le proprie responsabilità, nella speranza che i cittadini si lascino confondere. Continua a rifugiarsi in messinscene comunicative puntando il dito altrove servendosi di espedienti talmente goffi da risultare imbarazzanti. E mentre lui prova a manipolare il racconto i problemi restano lì: irrisolti, ignorati e spesso aggravati. Una strategia mediocre che rivela quanto sia povera, banale e scadente la sua visione politica. Un sindaco che interpreta il mandato istituzionale come un palcoscenico personale e non come una responsabilità verso i cittadini. E mentre la città affonda lui gioca a costruire nemici immaginari. A far passare analogie per nulla discriminanti come offese gravi alterandone volutamente il senso e il contenuto. Un tentativo subdolo di manipolare la verità e la realtà esponendosi pubblicamente attraverso comunicati ingannevoli solo ed esclusivamente per un personale tornaconto. Ogni qualvolta vengono evidenziati ritardi, errori e scelte discutibili arriva puntuale il diversivo: un annuncio, un nuovo nemico, una nuova storia costruita ad arte.È un’abitudine consolidata. 𝗟𝗮 𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗮 𝗲’ 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮: 𝗰𝗿𝗲𝗮𝗿𝗲 𝗿𝘂𝗺𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗻𝗼𝗻 𝗳𝗮𝗿 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝘃𝘂𝗼𝘁𝗼.I cittadini non hanno bisogno di questo teatrino comunicativo, ma di scelte coraggiose, trasparenza e capacità amministrativa.Serve competenza, non sceneggiate. Serve amministrare, non recitare. La città merita un sindaco non un illusionista del nulla.Merita una guida che lavori, non una che cerchi sempre qualcuno o qualcosa da incolpare. Merita verità e risposte concrete non giochi di prestigio. Merita un sindaco che onori il mandato».






























