Di Francesco Maria Storino. Fonte: Gazzetta del sud edizione cartacea.

Mentre si sta procedendo per la riapertura del punto nascita a Cetraro, che dovrebbe rivedere la luce tra qualche mese, prosegue in Tribunale a Paola il procedimentoa carico di medici, anestesista e ostetriche a riguardo della morte in corsia di Santina Adamo, avvenuta nel 2019.

Si tratta del processo che si sta svolgendo in monocratico a seguito del decesso della donna in ospedale. A fine mese dovrebbe essere affidato a un nuovo giudice. Ma il processo sembra adesso “ridimensionato” con l’uscita discena delle parti civili che sono state risarcite.

La donna – originaria di Rota Greca – villeggiava a Fuscaldo ma viveva a Taverna di Montalto Uffugo.

Si era recata assieme al marito al pronto soccorso dell’ospedale in piena notte a seguito di dolori.

Prima l’intervento e la nascita del suo secondo figlio, poi le complicazioni e l’emorragia fatale. La Procura di Paola aveva contestato il ritardo nella richiesta e somministrazione di sangue a fronte dell’emorragia post parto accorsa alla donna. L’ospedale di Cetraro –da quello che si è appreso dalle indagini– aveva a disposizione solo una sacca. E il centro trasfusionale, a Paola, è distante 23 chilometri. Avrebbe quindi pesato e non poco la mancanza di sacche di sangue nel presidio. Un problema non di poco conto per un nosocomio. Ma anche oggi che ci si appresta nuovamente alla riapertura, il Centro trasfusionale è ancora collocato nell’ospedale di Paola. Cambierà davvero qualcosa nella prossima riorganizzazione ospedaliera?