Di Anna Cannataro, Consigliere Comunale di Belvedere Marittimo.
«Confondere l’intera storia della X MAS (ovvero decima Flottiglia) con il solo periodo fascista repubblicano è storicamente scorretto. Come per molte istituzioni militari europee del Novecento, esistono fasi diverse, funzioni diverse e responsabilità diverse. Studiare la storia significa riconoscere la complessità, non cancellarla né ridurla a slogan.
Significa distinguere il fatto militare dalla successiva strumentalizzazione politica.
La memoria è più solida quando è fondata sui fatti.
E i fatti, anche quando scomodi, meritano precisione. Resta invece tristemente evidente un’altra cosa: la volontà — più o meno consapevole — di sporcare un tempo che dovrebbe essere diverso, un tempo di festa, di unione, di intimità e di raccoglimento personale.
È come se, per alcuni, non fosse mai possibile concedersi una tregua: occorre sempre scovare un nemico, insinuare un secondo fine, leggere ombre dove ci sono soltanto gesti semplici, trasformare ogni simbolo in un pretesto, ogni parola in un campo di battaglia. E così, ciò che potrebbe unire viene subito piegato alla polemica, alla demonizzazione, alla ricerca ossessiva dell’inganno e della bruttura — anche quando non c’è nulla da smascherare, se non il bisogno di sentirsi superiori o “più svegli” degli altri.
Lo dico con amarezza, non con rabbia: perché questo modo di stare al mondo non ferisce solo chi viene accusato ingiustamente. Ferisce tutti. Impoverisce il linguaggio, avvelena il clima, erode la fiducia, e alla fine lascia soltanto rumore, dove invece servirebbe silenzio; sospetto, dove servirebbe rispetto. E sì, mi delude. Mi delude profondamente.
Perché ci sono momenti in cui la maturità si misura proprio così: nella capacità di non cercare il fango a ogni costo, di non ridurre tutto a una contesa, di riconoscere che esistono spazi — pochi, preziosi — che meritano di restare umani, prima ancora che “giusti” o “vincenti” in una discussione».
