Di Antonello Troya

Costi troppo alti per l’immobile e poco personale, e così l’ufficio del giudice di pace potrebbe ben presto chiudere i battenti… e trasferirsi a Diamante. I motivi ci stanno tutti e anche la disponibilità della nuova amministrazione targata Magorno di offrire immobile, spese e personale.

Si insomma, l’ennesimo schiaffo ai danni dell’intera comunità che potrebbe vedersi privata non solo dell’ufficio del giudice di pace ma anche degli uffici dell’agenzia dell’entrate. Se non ci sono i soldi per uno, non ce ne sono nemmeno per gli altri.

Dall’esito dell’incontro di ieri pomeriggio non è emerso nulla di buono. Da parte del sindaco Cascini e delegati la massima disponibilità alla permanenza a Belvedere. Un ufficio, secondo quanto sostenuto dai dati del tribunale, che ha triplicato gli accessi raggiunti da Paola. L’immobile grava sul bilancio del comune per circa 30 mila euro all’anno (per un totale di 470 mila), che, è opportuno sottolineare, non paghiamo perché insinuati al passivo del fallimento della società proprietaria della struttura. E sino a qui, che si suol dire, scontiamo. Ma l’affitto, prima o poi, dovrà essere pagato e con esso viaggia parallelamente la presenza dei due dirigenti in servizio che al momento l’ufficio di Belvedere non ha. Pressati anche dalla richiesta del presidente del tribunale che vuole almeno tre dipendenti presenti.

Una storia travagliata, quella del giudice di pace. Non passa lustro che non si ripresenti la questione: dei comuni disponibili a sostenere le spese solo Diamante ha contribuito decisamente con 5 mila euro, gli altri con poco più di 500 euro. Alcuni come Bonifati, con sindaco Antonio Mollo, non hanno inteso partecipare alle spese. Sangineto e Maierà hanno contribuito come potuto. Sangineto addirittura garantendo l’apertura con la presenza dell’unico dirigente di categoria D, con il ruolo di cancelliere. I sindaci e i loro rappresentanti si sono aggiornati alle prossime settimane.