Di Antonello Troya

Forza Italia. Questa sconosciuta. Si vabbè… qualcuno potrebbe obiettare…. In ambito locale si vota all’amico. Alla persona che un futuro potrebbe essergli di aiuto per qualche cosa. A chi è disponibile a fare qualche “piacere” anche fuori dagli schemi. Ma è pur sempre un partito in cui si riconoscono quelle forze democratiche e liberali dettate da un berlusconismo più esasperato. Ma a Belvedere il dramma è consumato, ormai. Esiste un commissario, Ciro Monetta, commercialista prestato alla politica. Da sempre veste i colori azzurri. E poi ci sono i giovani di Forza Italia, guidati da Ciro D’Aprile. Tra i due c’è una gran bella differenza, soprattutto se andiamo alla ricerca degli sponsor politici. Monetta fa riferimento a Gianluca Gallo, coordinatore provinciale e deus ex machina del partito in Calabria. Si direbbe l’uomo forte. Smemorato e disinteressato, tanto da lasciare che a Belvedere si consumasse l’ennesimo strappo con i giovani azzurri. D’Aprile fa riferimento alla frangia dei Gentile, con Katia che ha voluto premiare il giovane coordinatore affidandogli un incarico nella sua struttura. E ambedue viaggiano su due differenti corsie. Uno sostiene Cascini, l’altro la Filicetti, tanto da incarnare il timbro di lista di centrodestra. E invece di chiarire, chi sono quelli di Forza Italia e chi no, Monetta scende in un clamoroso e imbarazzante silenzio, tanto da consentire a Marco Liporace, assieme alla compagna iscritto al partito, di proclamare che “Forza Italia” è lui e quindi D’Aprile. Insomma, il partito è in mano alla famiglia D’APrile-Liporace. E poi c’è un fedigrafo mutismo da parte di tutta la dirigenza.Ci saremmo aspettati una presa di posizione del distratto Gianluca Gallo, nel sollevare Monetta dal suo incarico e incoronare D’Aprile, o confermarlo e richiamare agli ordini di scuderia il giovane belvederese. Ma si sa: come più volte è stato ripetuto: a Belvedere si consuma una guerra che va ben al di là delle conoscenze di noi comuni mortali.