Gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di 1 grado, Giovan Battista Moscato di San Lucido, hanno simulato nello scorso week end, presso il tribunale di Paola, un processo penale il cui argomento era il “bullismo” ai danni di una giovanissima adolescente fotografata più volte, le cui foto diffuse in rete innescavano accuse e polemiche. Temi e argomenti attualissimi quanto spiacevoli, che toccano spesso ragazzi di età compresa tra i 12 ed i 18 anni. Progetto Ciak, questo il nome dell’evento creato già qualche anno fa, dal professor Francesco Eboli, accolto e portato avanti, per quel che concerne San Lucido, dall’avvocato Roberta Mallamaci, legale della sezione tribunale minorile di Catanzaro e recepito dalla professoressa Roberta Caputo.

L’ interpretazione di ruolo ha avuto come denominatore comune il bullismo e cyberbullismo ed è stata l’occasione per avvicinare gli studenti non solo alle principali tematiche del diritto penale, ma sopratuttto per farli riflettere sull’utilizzo dei principali strumenti di comunicazione (whatapp e facebook) e su argomenti centrali per una crescita sana quali l’amore, l’amicizia, la socializzazione e il perdono. Accusa, difesa, pubblico ministero, presidente del tribunale, collegio, assistenti sociali, testimoni, genitori, relatori, tecnici audio giornalisti, tutti presenti per un giorno attori nelle aule penali del tribunale di Paola. Eccellenti protagonisti gli alunni, districatisi nei vari ruoli loro assegnati come fossero reali avvocati testimoni parti offese parti lese, insomma una riproduzione brillante di una nuda e cruda realtà. Giovanissimi attori, che non hanno temuto l’impatto con un’istituzione giudiziaria quale il Tribunale, tanto meno con il folto ed interessatissimo pubblico accorso. “Regista”, maestra d’arte nonché coreografa per l’occasione Roberta Caputo, docente di lettere dell’Istituto Comprensivo di San Lucido, a cui va il plauso ed il merito non solo di aver coinvolto alunni, genitori e famiglie in una realistica scomoda finzione di un argomento di cronaca nera raccontato dai mezzi di informazione, quanto di aver saputo trasmettere in questi ultimi due anni, personalità, sapere saggezza e cultura a dei ragazzi precedentemente definiti turbolenti.

Dimostrazione certificata questa di quanto la “persona” valga sensibilmente di più della docente, un connubio che la prof. Caputo ha unito tenendo a bada e trasformando alunni oggi “normali”. Concludendo, la simulazione del processo ha consentito agli alunni di sperimentare i concetti appresi in un contesto pratico, toccando profondamente le corde della loro emotività, colorando di espressività la loro interpretazione. Unanime la soddisfazione dei tanti presenti e della dirigente scolastica Anna Osso, anche lei presente alla rappresentazione, la quale definiva il progetto come un prezioso contributo alla preparazione e all’arricchimento culturale dei ragazzi.