Per il terzo anno consecutivo, la ricorrenza del 25 aprile diventa occasione di confronto culturale per l’Associazione antiviolenza Artemisia Gentileschi di Paola. L’attuale clima di pandemia e quarantena non ha paralizzato, difatti, l’appuntamento della predetta Associazione con incontri che, proprio il 25 aprile, puntino a raccontare le sfumature più attuali, stringenti e coraggiose della Resistenza. “La mia Resistenza” (manifestazione giunta alla sua terza edizione e organizzata, anche quest’anno, con il patrocinio morale della Rete Nazionale Antiviolenza REAMA, di cui Artemisia è parte) è il titolo della diretta social che Artemisia propone quest’anno dalla sua pagina (Associazione Artemisia Gentileschi, pagina Facebook). Sabato 25 aprile, ore 18.00, in collegamento da Milano la sociologa SILVIA SEMENZIN ci illustrerà i risvolti di un fenomeno d’odio digitale tutt’altro che “in quarantena”: il Revenge Porn. Quando gli strumenti digitali diventano armi di violenza fondata sul genere, prolungamento della violenza offline, la vita delle donne – senza un adeguato supporto – può risultarne devastata. Di Revenge Porn, Haters ed Hate Speech (ovvero le espressioni di violenza più feroce attuata quotidianamente sul web), si parlerà proprio con Silvia Semenzin, attivista e ricercatrice di tali argomenti. Semenzin ci racconterà la sua personale Resistenza contro ogni forma di aggressione digitale e di quanto le sue rifrazioni nella vita quotidiana delle vittime possano essere pericolose, drammatiche: se non arginate e gestite in tempo, addirittura fatali. A intervistare la ricercatrice, sarà la giornalista Simonetta Caminiti, autrice di dossier sulla violenza di genere per F, Cairo Editore, e di servizi sulla “resistenza femminile” già per i periodici Mondadori e la testata Linkiesta. Quali i sono i rischi più diffusi legati alla quarantena e al revenge porn? È un fenomeno di gogna (pensiamo alla tragica vicenda di Tiziana Cantone) che riguarda solo le donne? Quanta fragilità e quanta “leggerezza” possono spingere le vittime della vendetta sul web, che mira ad annichilire la loro dignità? Che esperienza personale ha Silvia Semenzin dell’odio digitale? E, di questi tempi, tempi di riflessione profonda e isolamento, l’odio digitale pare depotenziato o, in qualche modo, ancora più aggressivo? Solo alcune delle importanti curiosità che il confronto su Facebook, aperto a tutti, potrà approfondire e chiarire riguardo a una Resistenza che urge corroborare con informazione, coesione, esortazione al coraggio. Tutti elementi a cuore dell’Associazione Artemisia Gentileschi a partire dalla sua fondazione; “proprio il tema della violenza digitale, anche e soprattutto nella sua declinazione del sessismo da tastiera – dichiara la Presidente dell’Associazione, l’avvocata Rosangela Cassano – sarà la base dei nostri più prossimi e innovativi progetti”.