Di Francesco Cirillo

Me lo ricordo bene, l’avv. ed ex senatore berlusconiano, Giancarlo Pittelli, nell’aula del Tribunale di Paola, durante un’udienza sulla Marlane. Era un’udienza importante ed era il 28 settembre del 2012. Ricordo bene quella data, perché nel pomeriggio eravamo tutti mobilitati, gli antifascisti, per l’arrivo a Cosenza del criminale Stefano Delle Chiaie, recentemente scomparso dalla vita terrena e caduto nelle profondità di qualche inferno. Delle Chiaie aveva ottenuto a Cosenza, tramite il suo amico Mimmo Barile, la sede del Coni per presentare un suo libro nel quale rivendicava tutto il suo passato di nazi fascista. Con lui, il giornalista Paride Leporace, Mimmo Barile e appunto l’avv. Giancarlo Pittelli. Giancarlo Pittelli difendeva anche i vertici della Marzotto, e mentre l’ex operaio Pacchiano, testimoniava la verità su quanto avveniva nella Marlane, lui se ne stava in un angolo a leggere un libro. Io mi avvicinai per vedere cosa leggesse, pensando a qualche codice civile, ed invece stava leggendo proprio il libro di Delle Chiaie che doveva presentare nel pomeriggio a Cosenza. Se ne fregava di ascoltare un operaio su quanto avvenne in quella fabbrica della morte. Ora Pittelli resta in carcere, gli sono stati rifiutati gli arresti domiciliari e un po’ mi dispiace, in quanto il carcere è una brutta cosa, anche per i peggiori nemici, ma questo è il sistema che Pittelli ha contribuito a creare e del quale l’amico Delle Chiaie ne fu fautore appoggiando le politiche fasciste del sistema italiano, ed ora ne è vittima egli stesso.

Che il carcere gli serva almeno per meditare sul suo passato.