Fonte Iacchité.blog

Mentre da oggi al prossimo 3 settembre, si susseguono senza sosta, e aggiungeremmo senza vergogna, le feste del Pd e della Lega, il lavoro della magistratura va avanti e turba i sonni di molti “delinquenti” prestati alla politica, che sperano di farla franca e magari esorcizzano il tutto proprio “regalandosi” questi bagni di folla di cortigiani e di lecchini in queste feste ripugnanti. Qualcuno, come Marioe Oliverio, cosciente del pericolo, si è già affrettato a dire che nel suo stesso partito lo danno già per “arrestato”, altri invece provano a defilarsi…

Ricapitolando: dopo la mannaia delle inchieste del grande Cafiero De Raho, che hanno sputtanato le “imprese” dei vari Paolo Romeo, Peppe Scopelliti, Totò Caridi e Alberto Sarra con relativi annessi e connessi, i successori dell’attuale procuratore nazionale antimafia hanno continuato alla grande, “ingabbiando” anche Sandro Nicolò e Sebi Romeo, rispettivamente in galera e ai domiciliari. Ma non è certo finita qui, soprattutto per quanto riguarda il centrosinistra, che – non dimentichiamolo mai – è la forza politica che la ‘ndrangheta indica come trionfatrice (per come infatti puntualmente accadde) delle Regionali del 2014, quelle che incoronarono il peggiore di tutti, Palla Palla, al secolo Mario Oliverio. Ma non mancano anche gli esponenti del centrodestra, dal momento che – come tutti sappiamo – le due coalizioni governano insieme da decenni facendo solo finta di litigare e mangiando nello stesso… scifo (con tutto il rispetto per i maiali non certo per i politici). 

A Reggio e dintorni ormai la voce è univoca: non si conoscono con precisione i tempi, vista anche la recentissima e ancora in corso crisi di governo, ma i fascicoli sarebbero già chiusi in attesa del tempo giusto. Ci sarà, dunque, un’altra ondata di arresti eccellenti a Reggio forse prima delle elezioni regionali con politici di primo piano sia a destra sia a sinistra.

I nomi che si fanno sono quelli di Nicola Irto (presidente del consiglio regionale, Pd) Mimmetto Battaglia (Pd), Giovanni Nucera (La Sinistra), Sebi Romeo (ancora lui, capogruppo del Pd tuttora ai domiciliari), Nino De Gaetano (Pd), Giuseppe Scopelliti (ormai da tempo in quota Salvini), Francesco Cannizzaro (Forza Italia), Giovanni Bilardi (Forza Italia). Con i soliti Paolo Romeo e “riservati vari”, nel senso di massoni deviati e invisibili, tutti con accuse che vanno dal concorso esterno alla associazione mafiosa.

Ormai da mesi si dice che Nicola Irto (attuale “vergognoso” presidente del Consiglio regionale), Nino De Gaetano (ex assessore della prima Giunta Palla Palla), Sebi Romeo (sempre lui, capogruppo del Pd) e Domenico “Mimmetto” Battaglia (altro piddino di lungo corso) sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati, dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria, per voto di scambio e concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso.

La notizia giungeva da ambienti forensi e non è stata ancora definitivamente confermata ma rischia di travolgere definitivamente la vita politica regionale, già sconquassata ormai da decine di inchieste giudiziarie.
I fatti riguardano le elezioni regionali del novembre 2014.

I clan De Stefano, Tegano e Condello ma anche il clan Libri, come ormai tutti sappiamo, avrebbero diviso i loro voti essenzialmente su Sebi Romeo e Nicola Irto, con le intermediazioni di De Gaetano, che assicurava (come è poi avvenuto) sul suo ingresso nella prima, tragicomica Giunta Palla Palla, quella dalla quale poi sia lui che quel fessacchiotto di Carletto Guccione sarebbero stati cacciati a calci nel sedere per essere stati beccati con le mani nella marmellata per l’inchiesta Rimborsopoli.

La ‘ndrangheta, certa della vittoria di Oliverio, avrebbe riversato dunque i suoi voti sui due elementi del Partito Democratico. Non serve neanche essere profeti o scienziati per capirlo. Perché se nel 2010 i mafiosi avevano scelto Scopelliti, va da se che quattro anni dopo avrebbero dovuto scegliere un nuovo “cavallo”, pardon ronzino… 
Le indagini, che durano ormai da anni, infatti, coinvolgono anche Paolo Romeo e Alberto Sarra, con quest’ultimo che sta collaborando con gli inquirenti ormai da tempo, complice una brutta malattia che lo sta mettendo a dura prova.

Ora, a noi non interessa in questa sede l’eventuale emissione di provvedimenti cautelari ma, a prescindere da questo aspetto, il coinvolgimento del presidente del Consiglio regionale (Nicola Irto) e del capogruppo del Pd (Sebi Romeo) è realmente sotto gli occhi di tutti ed è grande quanto una casa…
Il Pd nazionale, se non fosse in tutt’altre faccende affaccendato, avrebbe già dovuto staccare la spina a questo indecoroso spettacolo della Regione a guida Palla Palla ma bisogna onestamente sottolineare che ormai da mesi un po’ tutti, a partire proprio da Zingaretti, hanno apertamente scaricato il pallone gonfiato di San Giovanni in Fiore.

L’operazione della quale parliamo sarebbe il naturale seguito di “Mammasantissima”, l’inchiesta che ha portato all’arresto di Paolo Romeo, Antonio Caridi e Alberto Sarra. Centrodestra e centrosinistra, tutti insieme appassionatamente.