Di Martino Ciano (Radio Digiesse)

Non ci sono soldi, abbandonate ogni speranza. È destinato a non entrare in funzione l’ascensore della palazzina popolare sita in via Oberdan, a Tortora, indispensabile per il signor Raffaele Calabrese, che vive al primo piano dell’edificio, ma che da due anni è costretto a rimanere in casa perché a causa della sclerosi multipla non può più scendere quei 12 scalini che lo separano dal cortile.Abbiamo iniziato a seguire questa vicenda il 3 aprile. A raccontarci tutto era stata la moglie di Raffaele, Pina Lotti, con cui siamo rimasti costantemente in contatto. Il paradosso è il seguente: l’ascensore c’è, ma il documento del collaudo, quindi, deve stare fermo. Dopo il primo servizio di Radio Digiesse qualcosa si era mosso. I tecnici dell’Aterp avevano effettuato un sopralluogo e avevano costatato che l’ascensore andava adeguato alle nuove norme. Nonostante tutto, marito e moglie avevano ricevuto rassicurazioni e nella vicenda era stato coinvolto anche il sindaco di Tortora, Antonio Iorio, che ha iniziato a monitorare la situazione.Le speranze della famiglia Calabrese si riaccendono quando arrivano ulteriori ragguagli dall’Aterp, di cui viene informato anche il primo cittadino di Tortora, ossia, i soldi sono stati trovati e a breve si farà una gara d’appalto. È bene precisare che parliamo di rassicurazioni “telefoniche”. Ieri però la doccia fredda. “A quanto pare – ci ha spiegato la signora Pina – la trafila burocratica è lunga ed è difficile che si possa intervenire anche su questo ascensore. Ho chiesto allora se potevo almeno avere un appartamento al pianoterra, ma mi hanno risposto che questa è competenza del sindaco”.Abbiamo contattato anche il sindaco di Tortora, Antonio Iorio, che ci ha confermato quanto avvenuto, compresi gli scambi telefonici intercorsi con gli uffici dell’Aterp. “In questi giorni – ha detto Iorio – diffideremo l’Aterp affinché prenda subito dei provvedimenti perché questa è una situazione di emergenza. Inoltre, scriveremo agli organi preposti, compresa la Prefettura di Cosenza, perché tutto ci sembra paradossale. Inoltre, il Comune non può spostare a piacimento gli inquilini di una palazzina popolare e il sindaco non può entrare in casa di qualcuno e sfrattarlo per far posto a un altro. Credo che ora si sia raggiunto il limite”.