Salvatore Iaccino si rivolge alla città di Cosenza tramite una lettera, scritta probabilmente dal flusso di coscienza che scorre in lui. Si evince che è fortemente pentito da ciò che ha fatto in passato, che grazie allo studio sta imparando a vivere per davvero e che supportato dalle cure mediche- psichiche, merita un’ altra possibilità come tutti gli esseri umani erranti. Chiede di poter uscire da villa degli Oleandri per poter eseguire un’ attività di volontariato, cosciente del fatto che non è facile far capire a tutti coloro che si trovano attorno a lui che l’ Aciaddru di un tempo sia ormai scomparso.