Negare l’istruzione ad un essere umano più debole è senza dubbio una brutalità bestiale e chi la compie dovrebbe sentirsi un verme schifoso. Un’ingiustizia di questo tipo è capitata ad un bimbo di nove anni, residente a Campana (piccolo centro nel Cosentino) ed affetto da encefalopatia congenita non specificata, epilessia generalizzata farmacoresistente e ritardo mentale non specificato, praticamente ha uno sviluppo psicomotorio che lo costringe a stanziare in carrozzella. Questo bambino, di cui non si conosce il nome, inizia a frequentare la scuola elementare. Ha bisogno di continui stimoli per acquisire le competenze e di un’assistenza fisica poiché non è autosufficiente (andare in bagno, mangiare ecc). In prima elementare, per 22 ore gli vengono assegnati un insegnate di sostegno e un assistente sull’aiuto fisico, quest’ultimo impiegato in una cooperativa di servizi sociali, coop che ha vinto l’appalto con il comune di Campana. In seconda elementare, dalle 22 ore che erano passano alle 18 ore di assistenza fisica. Esiste solo l’insegnante di sostegno che non potrebbe svolgere mai il lavoro di due. Ed ora arriva il bello, anzi l’orrore. Quest’anno (è in corso la terza elementare) lo sfortunato bimbo non potrà frequentare la scuola perchè non potrà contare sull’aiuto fisico di un assistente. La coop che aveva vinto l’appalto con il Comune di Campana non esiste più, dato che lo stesso Comune ha finito i fondi. Invane sono state le richieste di aiuto dei genitori mandate all’Asp di Cosenza e all’As di Rossano. Il piccolo disabile dovrà stare a casa. Non potrà godere così di una classe e della bellezza dell’apprendimento scolastico. Non sentirà più il suono della campanella. A qualcun’altro però dovrebbe strillare soltanto la coscienza.

Una sola parola: vergognatevi. Tutti hanno diritto all’istruzione.