Durante l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare relativa all’operazione antimafia nota come “Affari di Famiglia”, i carabinieri della Compagnia di Paola, sotto la guida del capitano Marco Pedullà, hanno scoperto armi e droga in prossimità delle residenze di Pietro Calabria, sospettato boss di San Lucido, nonché di Andrea Tundis, Emanuele Tundis e Michele Tundis.

Secondo l’ipotesi accusatoria iniziale, i quattro indagati avrebbero agito in concorso tra loro detenendo e occultando, nelle vicinanze delle rispettive abitazioni, quattro armi da fuoco lunghe prive dei marchi e delle sigle previste dalla legge. Durante la perquisizione, infatti, i carabinieri hanno trovato le seguenti armi: una doppietta calibro 24 a cani esterni e canne mozzate, con matricola punzonata e marca e modello non identificabili; un fucile semiautomatico calibro 12, probabilmente un Browning modello A5 Light Twelve, con matricola punzonata; una carabina Bolt Action calibro 22, con serbatoio vuoto e marca e matricola sconosciute; infine, un fucile a pompa nero calibro 12, senza marchio e modello identificabili, ma anch’esso con matricola punzonata.

I militari dell’Arma appartenenti alla Compagnia di Paola hanno effettuato il sequestro di 151,69 grammi di cocaina, la quale era stata confezionata in un involucro di cellophane trasparente del tipo sottovuoto utilizzato per alimenti termosaldato, completamente sigillato. Durante la perquisizione della dependance dell’abitazione adibita a Michele Tundis, sono stati trovati 5 grammi di marijuana, 72 grammi di cocaina e un bilancio di previsione. Inoltre, all’interno dell’abitazione di Pietro Calabria è stata scoperta una somma di 5.050 euro.

Inoltre, durante la perquisizione, i carabinieri hanno rinvenuto anche un totale di 245 armi da fuoco e munizioni di vario tipo. Tra di esse figuravano due cartucce a pallettoni calibro 12, tre cartucce calibro 6.35, trentanove cartucce calibro 7.65, dodici cartucce calibro 357 Magnum, due cartucce calibro 9 Luger, sette cartucce calibro 9×21 Winchester, cinquantacinque cartucce calibro 38 Speciale, cinquanta cartucce calibro 9×21 S&B, trentaquattro cartucce calibro 380 Auto, diciassette cartucce calibro 9 M38, ventiquattro cartucce calibro 22. Inoltre, sono stati trovati sei inneschi verosimilmente utilizzati per esplosivi, un serbatoio verosimilmente appartenente a una pistola calibro 7.65, componenti e ingranaggi di arma da fuoco, nonché diverse ogive. Da notare anche la presenza di tre pistole artigianalmente realizzate, simili al modello Minolux, e 23 cartucce a pallini del marchio Fiocchi calibro 24.

In relazione ai reati contestati, il giudice per le indagini preliminari Rosamaria Mesiti ha escluso la presenza di elementi indiziari gravi per i reati attribuiti a Pietro Calabria, Andrea Tundis e Emanuele Tundis, sia per quanto riguarda le armi sia per la droga. Tuttavia, per quanto riguarda Michele Tundis, il giudice ha ritenuto che sussistano gravi indizi di colpevolezza per la sostanza stupefacente ritrovata, escludendo tuttavia l’applicazione dell’aggravante prevista dall’articolo 80 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/1990.