Si è concluso, nei giorni scorsi, dopo circa dieci anni, presso la Seconda Sezione Penale della Corte di Appello di Catanzaro, Presidente Capitò, il processo a carico di A.C. di Diamante, accusato di aver scippato uno straniero.

L’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Liserre, era inizialmente imputato del reato di rapina, successivamente riqualificato nella meno grave ipotesi di furto con destrezza, con la recidiva specifica infraquinquennale. Nei giorni scorsi, la Corte di Appello, accogliendo la richiesta dell’avvocato Liserre, anche di riqualificazione dell’originaria ipotesi di reato, dichiarava l’estinzione del reato contestato per intervenuta prescrizione. I fatti si riferiscono al 10 luglio del 2009 allorquando, il diamantese, nel comune di Paola, dopo aver notato la vittima prescelta, a seguito di un iniziale approccio di cortesia, le strappava con violenza del denaro. Tuttavia, la persona offesa, riusciva a memorizzare il numero di targa dell’autovettura dell’imputato e, con altri riscontri individualizzanti, i carabinieri di Paola e di Diamante riuscivano ad identificare il diamantese il quale, tra l’altro, veniva riconosciuto dalla vittima attraverso l’ individuazione fotografica.

Pertanto, iniziava il processo durato diversi anni, soprattutto per l’impossibilità di assicurare, in tribunale, la presenza del cittadino straniero ormai non più presente nel territorio italiano. Su richiesta del pubblico ministero, quindi, nonostante la motivata opposizione dell’avvocato Liserre che, sul punto, aveva richiamato anche Giurisprudenza della Cedu, venivano acquisiti l’atto di querela e il verbale di individuazione fotografica, unici elementi accusatori a carico del diamantese. In primo grado, l’imputato veniva condannato ad un anno e sei mesi di reclusione.

 

 

Fonte Miocomune