Buonasera, non sono brava a scrivere un articolo ma vorrei che pubblicaste quello che mi è successo ieri sera:

Alle ore 19 mia madre mi dice di avvertire un fastidio alla gola, le chiedo di aprire la bocca e noto un rigonfiamento dell’ugola. All’improvviso il respiro inizia ad essere molto debole e capisco, insieme a mio fratello che soffre di attacchi di allergie, che i sintomi potessero essere questi.

Immediatamente le diamo una pillola di bentalan… ma mia madre continua a peggiorare. Non riesce neanche più a parlare, quindi, presi dal panico… facciamo una puntura di bentalan e chiamo il 118.

Premesso che prima di farmi parlare con un operatore il servizio ti fa ascoltare tutta una registrazione con la legge della privacy, che in quei momenti sembra durare una vita, e poi finalmente risponde che mi mandano l’ambulanza.

Siccome viviamo distante dalla strada principale, carichiamo mamma in macchina e cerchiamo di raggiungere il punto più accessibile per l’ambulanza. Arrivati finalmente il “medico” carica mamma all’interno e chiude lo sportello per la visita.

Da uno finestrino notiamo che dopo un po di visite danno a nostra madre una caramella per la gola….

In parole povere, alla fine accusano me e mio fratello di aver quasi ucciso mia madre per avergli somministrato il bentalan, che ha causato un’eccessiva pressione del sangue che era salita a 200, quando secondo loro “lei aveva semplicemente le placche alla gola ed ha avuto solo un attacco di panico”….

Per fortuna non ci siamo fidati e siamo andati in guardia medica… dove hanno evidenziato lo stato allergico e ci hanno dato ragione. Hanno detto che abbiamo salvato mia mamma con il bentalan perchè stava avendo un attacco di allergia che la poteva soffocare.

Infatti, da li a poco, mia madre respirava bene e soprattutto parlava bene!

Ma è possibile che ancora succedono queste cose? Come può un medico, sempre se tale è, non distinguere un’allergia da un mal di gola?

Grazie mille e scusate lo sfogo.“

Angelica