Di Antonello Troya

Nella tarda mattinata di oggi, il GIP di Paola, drssa MESITI, a seguito di giudizio abbreviato, ha condannato la giovane donna di Scalea, imputata di estorsione aggravata a sfondo sessuale, a 3 anni e 4 mesi di reclusione, con l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, oltre al pagamento di una provvisionale e delle spese processuali in favore della costituita parte civile.
L’imputata, difesa dall’avv. Giuseppe Mandarino, veniva accusata di estorsione a sfondo sessuale nei confronti di un noto insegnante in pensione di Diamante. La vittima, difesa dall’avv. Francesco Liserre, oggi, si costituiva parte civile nei confronti dell’imputata.
Alla donna, si contestava il reato di concorso in estorsione aggravata perchè con soggetto non identificato minacciando la persona offesa, insegnante in pensione, coniugato e con figli, con il quale aveva in più occasioni avuto rapporti sessuali, di divulgare e informare i suoi familiari della relazione extraconiugale se non avesse consegnato 2000 euro quale prezzo del silenzio, costringendo quindi il predetto a consegnarle il denaro, si procurava un ingiusto profitto pari a 100 euro, effettivamente consegnati dalla vittima, con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di persona ultrasessantacinquenne. La vittima, subito dopo aver ricevuto la prima minaccia telefonica di consegnare i soldi, affinchè la sua famiglia non venisse informata del tradimento, si rivolgeva ai carabinieri di Diamante, i quali coordinati dal Capitano Daniele Nardone, organizzavano la trappola per la coppia di estorsori. L’operazione, diligentemente svolta dai militari di Diamante, durante il passaggio del giro d’Italia, portava all’arresto in flagranza della giovane donna nei pressi di un distributore di benzina di Scalea, subito dopo la consegna da parte della persona offesa della somma di denaro. Successivamente, il GIP, dopo aver convalidato l’arresto eseguito nel rispetto dei presupposti di legge, disponeva, nei confronti della donna, la sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere, con quella dell’obbligo di presentazione alla P.G. Oggi, nel corso della discussione del giudizio abbreviato, il Pm e l’avv. Liserre, chiedevano, concordemente, l’affermazione della penale responsabilita’ dell’imputata. L’avv. Mandarino, rappresentava le ragioni per la richiesta di assoluzione della propria assistita. Il Giudice, dopo circa due ore di camera di consiglio, ha condannato l’imputata a 3 anni e 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento dei danni e di una provvisionale in favore della costituita parte civile, nonche’ all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.