Droga tra il Tirreno, lo Jonio e l’Albania. Un’operazione condotta tra il 1998 ed il 1999. Sessantuno le persone indagate inizialmente. Il processo è stato successivamente spezzato in due tronconi. L’operazione denominata Anje voleva far luce sul narcotraffico individuato fra vari gruppi associativi: componenti provenienti dall’Albania, altri da Reggio Calabria, altri ancora da Bari e Napoli e un gruppo del Tirreno cosentino.

Il principale indagato, Naim Arifi viene ritenuto l’organizzatore di un gruppo di albanesi che si occupava dell’importazione, del trasporto e della detenzione di sostanze stupefacenti come: cocaina, eroina e marijuana destinate a rifornire il mercato calabrese. Ieri, il Tribunale di Catanzaro, sezione prima penale, composto da Alessandro Bravin, presidente, Antonella De Simone e Maria Cristina Flesca, a latere, ha pronunziato la sentenza. Sono in tutto sei gli imputati destinatari di condanna; mentre per altri 31 è stata decisa l’assoluzione. Nicola Femia, 58 anni, di Santa Maria del Cedro, concesse circostanze attenuanti generiche e riconosciuto il vincolo della continuazione con i reati di cui alla sentenza emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro in data 2 ottobre 2012, irrevocabile dal 5 novembre 2013, è stato condannato alla pena in aumento di 3 anni di reclusione; Adriatik Hasa, 52 anni, di Durazzo, alla pena di 12 anni di reclusione; Adrian Kona, anch’egli di Durazzo, 47 anni, alla pena di 11 anni di reclusione; Nikolin Ikonomi, 50 anni, residente a Noicattaro, in provincia di Bari, alla pena di 12 anni di reclusione; Domenico Chiavazzo, di Angri, 40 anni, alla pena di 12 anni di reclusione; Renato Commisso di Marian di Gioiosa Jonica, alla pena di 10 anni di reclusione.

Tutti gli imputati sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali e di mantenimento custodiale. Adriatik Hasa, Adrian Kona, Nikolin Ikonomi, Domenico Chiavazzo e Renato Commisso sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale per la durata della pena. Sono stati assolti con la formula “Perché il fatto non sussiste”: Francesco Malomo, di Cassano Jonio, Francesco Pronestì di Rosarno, Elio Anania di Crotone, Francesco Cardamone di Crotone Antonio Dattolo di Rocca di Neto dal reato loro ascritto. Assolti, per non aver commesso il fatto: Domenico Vivone, Massimo Stabilito di Santa Maria del Cedro, Pietro Senise, Graziella Geranio, tutti di Santa Maria del Cedro; e ancora: Giuseppe La Moglie di Verbicaro, Salvatore Grosso di Santa Maria del Cedro, Luca Mazzaferro di marina di Gioiosa Jonica, Pietro Panuccio di Sant’Eufemia d’Aspromonte e Vincenzo Roveto di Cetraro. Assolti anche: Orest Metaj, Rrahman Collaku, Gazmend Collaku, Arben Dule, Gezim Hasa, Alfred Naska, Hidajet Tosuni, Romeo Soto, Bujar Lizi e Arben Sako, tutti di origine albanese. Assolti, ancora: Rocco Belvedere 62 anni di Roma, Giuseppe Crimini 58 anni di Cosenza, Domenico Denaro 75 anni di Diamante, Urgo Gigante Esposito 55 anni di Napoli, Pietro Le Piane 52 anni di Cosenza, Domenico Sannà 47 anni di Diamante e Luigi Sarmiento 53 anni di Scalea. I giudici si sono riservati i 60 giorni per le motivazioni. Fanno parte del collegio difensivo gli avvocati: Lucio Conte, Italo Guagliano, Giorgio Cozzolino, Giuseppe Bruno, Gaetano Bux, Ugo Vetere.

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