FUSCALDO- Nel salone della delegazione di Fuscaldo Marina si è tenuta, nella giornata di ieri, una conferenza stampa finalizzata a far conoscere all’intera comunità fuscaldese l’evoluzione della vicenda relativa alla proprietà del convento di Fuscaldo.
Il leader di Fuscaldo Europea Davide Gravina e il consulente legale Luigi Suma hanno illustrato, ai rappresentanti della stampa e ai partecipanti, i punti principali dell’intricato caso che tanto clamore sta suscitando anche fuori dai confini comunali. I suddetti punti si articolano nelle seguenti fasi.
La prima fase, conclusasi con la redazione del dossier “La proprietà del convento di Fuscaldo”, attraverso il quale, dopo ricerche storiche di archivio, si è potuto dimostrare in modo incontrovertibile che la proprietà della struttura religiosa appartenga al comune di Fuscaldo fin dal 1866. Inoltre, dalle suddette ricerche, è emersa una truffa nel lontano 1927, consumata da alcuni padri passionisti, attraverso una falsa dichiarazione inserita in un atto notarile consumato nella lontana città di Napoli.
La seconda fase, quella che si sta attraversando, consiste nell’aver invitato e diffidato ufficialmente in data 16 gennaio u.s. il sindaco di Fuscaldo e il superiore della Provincia del Sacro Costato della Congregazione dei Padri Passionisti. Oltre a ciò, al primo cittadino è stato chiesto di intraprendere tutte quelle iniziative finalizzate a tutelare la proprietà comunale. In mancanza di un riscontro positivo, entro quindici giorni dalla notifica della diffida, sarà tutto denunciato alle Autorità amministrative e giudiziarie al fine di annullare tutti gli illeciti e preservare ogni diritto alla comunità fuscaldese.
La terza fase, che sarà percorsa e seguita direttamente dal Comitato pro-convento, prevede tre aspetti fondamentali: il monitoraggio dei finanziamenti per la conclusione dei lavori e l’apertura della chiesa conventuale (chiusa nel dicembre del 2011) al culto dei fedeli; il recupero del tesoro (libri, presepi, quadri, sculture, arte sacra, arredi sacri) presente all’interno del convento e “trasferito” successivamente in altri luoghi; il futuro della chiesa e del convento (affidarlo a un altro ordine religioso oppure trovare un accordo con l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano).
In tutta questa vicenda viene catalogato misero, ingiustificabile e irresponsabile l’atteggiamento assunto fino a oggi dal governo comunale.