Dalla pagina ufficiale del Santuario San Francesco di Paola

Vogliamo condividere con voi, cari amici, la bella omelia di mons. Francesco Nolè, Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano, dettata ai presenti in occasione della celebrazione delle esequie del Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli.

Cosenza, Chiesa di s. Nicola
16 ottobre 2020

Carissime sorelle e familiari di Jole,
Carissimi confratelli Vescovi, Sacerdoti,
Onorevoli Rappresentanti delle Istituzioni,
fedeli tutti:
il Signore vi dia pace!

Quello che viviamo oggi è un momento di dolore e di sconforto per la perdita prematura ed inaspettata di una persona cara e giovane, quale era Jole Santelli, presidente della Regione Calabria.
Partecipando a questa celebrazione esequiale, a noi credenti, non rimangono che due atteggiamenti capaci di donarci conforto ed infondere speranza: l’ascolto della Parola di Dio, viva ed efficace, e il ringraziamento per il bene compiuto in vita da questa persona amata, che diventa il suo testamento morale e spirituale.
So che Jole e la sua famiglia hanno profonde radici cristiane e avvertono uno spiccato senso di appartenenza alla comunità civile ed ecclesiale di origine; mi permetto perciò di indicare, proprio in questo momento di dolore inconsolabile, nella Parola di Dio, quel disegno di salvezza e quella certezza della speranza nella risurrezione, che vanno oltre gli umani orizzonti, per proiettarsi nell’eternità beata del Paradiso!

La prima lettura, presa dal libro dell’Apocalisse, ci indica «cieli nuovi e terra nuova» che Cristo Gesù è venuto ad annunciare ed a realizzare con la sua incarnazione, morte e risurrezione. E’ un programma, una promessa, della cui verità, già su questa terra, attraverso il cammino della fede, possiamo respirarne il profumo.
In questi cieli e terra nuova non vi saranno più morte, lutto, lamenti, affanni, perché superati dalla gioia di sentirsi «risorti con Cristo», e perché Egli stesso asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi!

Ecco, cari fratelli e sorelle, la condizione beata in cui si trova la carissima Jole e dove speriamo un giorno di trovarci tutti, al cospetto misericordioso del Padre, dove la speranza e la fede finiranno, perché si riverseranno nell’oceano dell’amore di Dio!
Gesù, nel Vangelo, ci aiuta a realizzare questa possibilità; ci ha invitati ad essere sempre pronti e vigilanti, sottolineando due atteggiamenti da assumere nell’eventuale fatica di un’attesa prolungata: le cinture ai fianchi, segno di un lavoro continuo e responsabile, e della fedeltà ai talenti che Egli ci ha donato; la lucerna accesa della fede che illumina l’agire e guida l’entusiasmo e l’audacia di desideri e progetti che sono finalizzati al servizio della carità , senza paura e senza ostentazione.

Gesù ci avverte che “il giorno del Signore” potrà giungere all’improvviso, anche nel mezzo della notte (come è avvenuto per la nostra cara Jole, al lavoro fino alla sera prima della sua scomparsa), e sarà gioia grande se questo evento ci troverà preparati, al lavoro, “in servizio”, pronti a rendere conto della nostra vita e ad accogliere la sua presenza di luce.
Se così accadrà, ci assicura Gesù, si invertiranno i ruoli: Egli stesso, il “Padrone” della nostra vita, «passerà a servirci», e noi saremo per sempre a mensa con Lui, e serviti da Lui; ecco il significato profondo dell’Eucaristia che stiamo celebrando, dove Gesù ci offre la sua stessa vita, dono del suo servizio d’amore, come cibo spirituale per sostenerci nel cammino della fede!
​Il secondo atteggiamento che sottolineavo all’inizio, e che è certamente “eucaristico”, è il ringraziamento al Signore per il bene che ha compiuto a vantaggio di tutti noi, della sua famiglia, delle nostre realtà locali e nazionali, e a lei, per la dedizione con cui ha assolto le sue responsabilità.

In questo giorno di lutto e di silenzio, guardando alla sua brillante personalità, vogliamo comunque chiederci: Cosa ci lascia Jole come testamento e testimonianza di cui farne tesoro?
​Anzitutto la dignità, la delicatezza e la riservatezza nel gestire la sua vita personale e pubblica, non cedendo alle provocazioni a cui il mondo attuale, soprattutto quello dei social, ci sottopone. Il coraggio con cui ha affrontato la malattia, non facendola mai di fatto pesare sul suo lavoro e sull’ impegno politico ed amministrativo.

«La malattia ti dà tanti dolori, ma ti fa un grande regalo: ti fa conoscere la libertà, ti aiuta a non aver paura di niente, a non rispettare più le convenienze»: è una delle sue affermazioni più profonde, come è stato ricordato dalle pagine social in questi ultimi giorni. Jole è stata stata una donna intelligente, preparata e determinata, capace di comprendere e svolgere il suo ruolo e di viverlo al meglio per il bene comune.

E’ stata una donna che ha vissuto la sua fede senza ostentarla, e neppure nasconderla, come ha saputo dimostrare in quell’apprezzato intervento a conclusione della Celebrazione Eucaristica del 4 maggio scorso, nella Festa di S. Francesco al Santuario di Paola, in cui ha dato voce, nel pieno della pandemia, alla devozione e alla fiducia di tutti calabresi per il loro santo Patrono. E’ stata una donna che ha amato la sua terra, la sua città e la sua comunità ecclesiale di appartenenza. E’ stata una testimone del dialogo e della pace, perché ha amato tutti con il suo cuore di donna, capace di accogliere e di comprendere, di farsi prossima ai bisogni della sua gente e di abbracciare e sostenere chi si trovava in difficoltà. E’ stata una donna “concreta” come lei stessa ha affermato parlando del “genio femminile”; così è concreto oggi anche il nostro dolore e la nostra tristezza per la sua incolmabile perdita. Con la sua elezione si era accesa una fiammella di speranza, tinta di “rosa”, nel cielo nuvoloso della nostra Calabria; una luce che fin da subito ha voluto colmare le attese di un popolo in cerca di verità, bisognoso di giustizia e desideroso di esprimere in pienezza le sue capacità civili, culturali e morali.

Ma non disperiamo! il Signore ci ama, ci custodisce, guarda a questa terra benedetta ed ai suoi rappresentati. Conosce la nostra vita e la nostra storia, le nostre fatiche e i nostri dolori.
Come ci ricorda il libro dei salmi: «Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto sul tuo libro; i miei giorni erano fissati quando ancora non ne esisteva uno».

Il Signore ha ispirato e guidato Jole nella sua vita e nei suoi progetti: perciò da Lui oggi riceviamo la certezza che ogni nostra lacrima è preziosa perché custodita nell’otre di Dio, in cui Egli raccoglie le sofferenze disseminate nel mondo intero per dare vita e speranza anche agli ultimi della terra!

Allora, carissimi fratelli, la cara Jole chi è stata per noi? Certamente una di noi, con i difetti e le debolezze che ognuno porta con sé. Lei infatti ripeteva spesso: «non siamo immuni da errori, ma è importante che qualsiasi scelta sia fatta in buona fede e pensando sempre di fare del bene alla Calabria e ai calabresi».
Ma era anche una tenace credente, pellegrina della verità e della giustizia sociale, testimone della dignità della persona, promotrice della pacifica e fraterna convivenza civile. Questo ci basta per conservare di lei un ricordo grato e riconoscente e proporla come punto di riferimento alle nuove generazioni. «Siate audaci ed intelligenti!”, aveva scritto nella lettera aperta ai giovani».

Cara Jole, prega per noi, per i tuoi familiari e amici, per la tua terra, ora che sei davanti alla Verità e alla misericordia di Dio, sorretta dalla materna benevolenza di Maria e dalla protezione di S. Francesco di Paola, dei quali eri profondamente devota; saranno essi a consegnarti all’amore bello e gioioso del Padre, che tutto rinnova e tutto vivifica.

Amen.