Di Antonello Troya

Sono arrivati già ieri sera gli esperti del Ris che hanno setacciato tutta l’abitazione della donna Aneliya Dimova, 55 anni di nazionalità bulgara ma residente da tempo a Belvedere Marittimo, nella speranza di trovare qualche indizio che possa fare piena luce su questo inspiegabile delitto. Sino a tarda notte i militari dell’arma hanno valutato le più svariate ipotesi e ascoltato tre persone, un italiano e due bulgari. Persone informate sui fatti perché conoscevano la donna, tra cui l’uomo che l’ha trovata. I tre non sono indagati. Intanto sembra che sia stata identificata in una bottiglia di whisky il corpo contundente che potrebbe aver ucciso la donna. Sono state, infatti, trovate alcune macchie di sangue che potrebbero risalire al delitto. Ma non si esclude alcuna ipotesi. Il corpo della donna è stato trovato nudo e disteso sul letto. Sul viso aveva un fazzoletto e la testa immersa nel sangue. Sono stati effettuati anche i tamponi per appurare se c’è stata violenza. Per domani mattina è prevista l’autopsia.

Un omicidio passionale o a scopo di rapina? È la matrice del delitto che ancora lascia perplessi gli investigatori. Perché è stata uccisa? Cosa ha armato la mano del suo assassino? Cosa è successo nella mattinata di ieri? La donna aveva lasciato gli amici la sera di sabato, con l’impegno di rivedersi il mattino dopo per una scampagnata. Uscita domenicale cui la donna non prenderà mai parte. Preoccupati per l’assenza, gli amici si sono allertati e hanno più volte suonato alla porta della donna. Senza avere risposta. Ma la sua macchina era parcheggiata vicino casa. Lei allora dove era finita? Gli amici ritornano a casa qualche minuto dopo. A questo punto decidono di entrare e l’amara scoperta ai loro occhi. Sul posto per tutta la giornata i carabinieri della compagna di Scalea, con il capitano Andrea Massari e il maresciallo della locale stazione, Alessandro Diana. Nulla è lasciato al caso. Le indagini coordinate dal procuratore capo, Pierpaolo Bruni e dal sostituto Rosanna Esposito, mirano a far luce sulla dinamica dei fatti e ad assicurare in tempi brevi l’assassino