Di Antonello Troya

Un terremoto giudiziario che ha colpito una intera comunità. Soprattutto quelli che con la clinica Tricarico hanno vissuto e convissuto. L’operazione della Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore capo di Paola, Pierpaolo Bruni, denominata “Clinica malata” ha messo in luce una serie di presunte irregolarità perpetrate da parte di un sistema complesso che ha dapprima portato alla bancarotta fraudolenta e poi durante questo periodo alla distrazione di milioni per fini personali. Almeno di ciò ne è convinta la Procura paolana che ha disposto l’arresto per tre persone e indagata un’altra. Si tratta di Pasquale Tricarico Rosano, il fratello Ciro e Fabrizio Tricarico Rosano. I sequestri preventivi fanno riferimento a beni per oltre 7 milioni di euro. Un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di bancarotta fraudolenta e fiscali. Rosamaria Mesiti è il GIP del tribunale di Paola che ha firmato le misure cautelari, su indicazione dei sostituti Mariafrancesca Cerchiara e Rossana Esposito. L’attività in argomento ha consentito di far luce sulle dinamiche che hanno portato al fallimento, nei mesi di luglio 2018 e settembre 2019, dell’Istituto Ninetta Rosano S.r.l. e della Casa di Cura Tricarico Rosano S.r.l. attraverso le quali era stata nel tempo gestita l’omonima casa di cura privata operante nel Tirreno cosentino. Insomma sarebbe esistita un’associazione per delinquere, costituita da 4 persone legate da vincoli di parentela, i quali, per il tramite di sistematiche operazioni distrattive, hanno determinato un progressivo ma inarrestabile depauperamento dell’attivo patrimoniale delle 2 società, con grave danno per l’Erario nonché per i creditori sociali. Artifici contabili e societari posti in essere dagli associati per assicurarsi la gestione della Casa di Cura nonostante un’esposizione debitoria complessiva superiore ai 100 milioni di euro. Si sarebbero registrate anche condotte distrattive perpetrate mediante contratti di affitto di ramo d’azienda simulati, cui non conseguiva il pagamento dei relativi canoni, copiose uscite di denaro dalle casse delle società per finalità estranee all’attività d’impresa, tra cui sono annoverati anche bonifici verso società estere, nella piena disponibilità degli odierni indagati, ed utilizzati anche per il pagamento di canoni di noleggio di imbarcazioni di lusso.
Antonello Troya