La Procura di Castrovillari ha scoperchiato il grande pentolone delle aste giudiziarie pilotate sullo Jonio. L’operazione “White Collar”, che ha portato a 16 arresti, infatti, riguarda il mercato “truccato” delle aste riguardante in particolare beni posti nell’area di Corigliano-Rossano e vede il coinvolgimento di professionisti e dipendenti del ministero della Giustizia in servizio nel distretto giudiziario di Castrovillari.

Le indagini, condotte dagli uomini del colonnello della Guardia di Finanza di Cosenza, Danilo Nastasi, hanno consentito di ricostruire un collaudato sistema che consentiva l’assegnazione dei beni messi all’asta a imprenditori che pagavano somme di denaro in modo riservato a quanti gestivano i complessi meccanismi di aggiudicazione di beni mobili e immobili.
Il promotore e organizzatore del giro, secondo gli inquirenti, sarebbe Giuseppe Antonio Zangaro, dipendente del Comune di Corigliano Rossano. L’uomo era distaccato presso l’Ufficio del giudice di pace della città jonica. Le accuse nei confronti degli indagati sono: associazione per delinquere finalizzata alle “turbative d’asta”, corruzione in atti giudiziari, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. 

In carcere sono finiti: Giuseppe Andrea Zangaro; Giorgio Alfonso Le Pera; Carmine Placonà; Alfonso Cesare Petrone; Luisa Faillace; Giovanni Romano; Carlo Cardile; Carlo Plastina; Antonio Guarino. Agli arresti domiciliari: Francesca De Simone; Antonio Aspirante; Vincenzo Anania; Patrizia Stella; Alfredo Romanello; Luigia Maria Caruso; Rocco Guarino.

L’Ordinanza di applicazione delle misure cautelari è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari, Carmen Maria Raffaella Ciarcia, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Luca Primicerio, sotto il coordinamento del Procuratore facente funzioni, Simona Manera.