“Le parole hanno un proprio peso e quando queste vengono pronunciate da cariche istituzionali rivestono un’importanza particolare.La posizione del Comune è sempre stata chiara: la scultura in memoria di Luigi Gravina non sarebbe stata spostata neanche di un millimetro. Ennesima promessa da mercante della politica? Dagli atti in nostro possesso è emersa una situazione ben più grave. La delibera votata dalla giunta è stata modificata successivamente in fase di sottoscrizione. Un atto che lascia diversi interrogativi sul “modus operandi” di questa amministrazione.Alcune settimane addietro il Sindaco di Paola, avvocato Roberto Perrotta, si era espresso così: “Nessuno toccherà la scultura antimafia che porta il nome di Luigi Gravina. Per nessun motivo al mondo saranno prese iniziative che possano recare in qualche modo ulteriore dolore ad una famiglia già provata dal sacrificio che si è consumato in quei tempi terribili”. Oggi gli operai comunali sono al lavoro per spostare la scultura in memoria del sacrificio di un marito, di un padre, di un nostro concittadino. Quando non si è in grado di mantenere la parola data, quando si mente al popolo che si rappresenta, le dimissioni sono un atto dovuto alla propria coscienza”. È il durissimo commento del gruppo Consiliare “Rete Dei Beni Comuni”, rappresentato nell’assise paolana da Francesco Giglio.