Di Saverio Di Giorno e
Giorgia Scognamiglio

Da pochi giorni in Calabria è iniziata la campagna vaccinale anche per gli over 80, ma anche in questo caso i numeri ballano e non poco. Secondo l’Istat 130mila, mentre le Asp dicono 160mila. L’unica cosa certa è che la Calabria è lentissima nel somministrare vaccini. Stando alle proiezioni se l’Italia dovrebbe finire nel 2024 a questo ritmo (ed è già un ritardo grave), la Calabria avrà raggiunto l’immunità nel 2026…
Una volta i misteri dello Stato italiano riguardavano stragi, connivenze mafiose, equilibri internazionali. Misteri ben congegnati, fatti di depistaggi e piste false. Evidentemente, bisogna aggiungere a queste pagine di storia poco chiare anche la campagna vaccinale. Tutto ciò che riguarda i vaccini anti-Covid è misterioso o confuso e non si capisce se è questione di volontà, incapacità o pressapochismo. A cominciare dai contratti segretati, tanto per dare argomenti a complottisti e negazionisti vari: non si conoscono le condizioni, le responsabilità, i luoghi di produzione, né i criteri di distribuzione tra le regioni. E se i contratti sono arcani, lo sono anche i dati, nonostante siano resi pubblici.
Le definizioni sono talmente fumose che potrebbero permettere a qualche “furbetto” di farsi considerare prioritario e saltare la fila, senza poter essere scoperto.
Il Piano vaccinale si divide in quattro fasi e la prima riguarda tre categorie prioritarie, quindi destinatarie delle prime dosi disponibili: operatori sanitari e sociosanitari (1.404.037); residenti e personale RSA (570.287); persone di età avanzata (4.442.048 over 80), categoria che per la sua vulnerabilità “dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per la vaccinazione”
Qui la prima stranezza: la categoria “personale non sanitario” comparsa nei report del governo sui vaccini. Non si sa da dove sia venuta fuori (nel piano non c’è) né chi comprenda: visto il totale stimato (45.528.503), pare si tratti di “tutti gli altri”, ovvero il totale della popolazione esclusi gli under 16. Non è chiaro, allora, chi in questa super-categoria sia da vaccinare nella prima fase (“prioritario”). Soprattutto perché, in gran parte delle regioni, fa la parte del leone tra i vaccinati.

Fonte: elaborazione su dati del Ministero della Salute, Report Vaccini Anti COVID-19
I media hanno un po’ tirato a indovinare, ma non è mai arrivata nessuna risposta dall’alto
Nonostante si possa pensare che questa categoria comprenda le professioni affini al mondo della sanità (impiegati nelle mense, addetti alle pulizie o alla sicurezza, personale amministrativo ecc.), in realtà pare che queste siano già annoverate tra il personale sanitario. Sono esclusi, invece, da quest’ultimo (e in generale dalle categorie prioritarie) odontoiatri, farmacisti e medici specialisti privati, cosa che ha provocato non poche polemiche.
Poi, nel Piano si fa una precisazione importante: le categorie non sono mutuamente esclusive. Questo significa che una persona, naturalmente, può essere allo stesso tempo “anziana” e “ospite RSA”, così come un membro del “personale RSA” può essere (ed è) contemporaneamente un “operatore sanitario”. Questo può creare problemi di ridondanza dei dati (persone conteggiate due volte), così come inaffidabilità e incertezza delle categorie. A ciò si sommano le difficoltà che insorgono nello scegliere come categoria una classe d’età. Non a caso, nella categoria over 80 risultano somministrate poco più di 37 mila dosi (con gran parte delle regioni che registrano quota 0), mentre se si guarda alle vaccinazioni per classi d’età, le dosi somministrate agli ultra-80enni raggiungono le 250 mila, divario dovuto alla presenza di una parte di questi nella categoria “ospiti RSA”.
Il caos scatenato dall’incertezza delle categorie si è manifestato fin da subito. Sul sito del governo (sezione Report Vaccini Anti Covid-19) è possibile consultare una mappa interattiva per conoscere la somministrazione dei vaccini per categoria e per età, regione per regione. Intorno al 20 gennaio, è stata – per qualche strano motivo – disattivata per almeno due settimane. Strano si fa per dire, era evidente che i dati sui vaccini consegnati dalle regioni non fossero per niente affidabili: di giorno in giorno i numeri si gonfiavano e si sgonfiavano, come in un valzer ballavano tra una categoria e un’altra, passando inspiegabilmente da over 80 a RSA e ancora più inspiegabilmente da personale non sanitario a operatori sanitari.
Mancanza di chiarezza dai vertici, incompetenza a livello locale o manovre occulte?
Secondo la guardia di finanza l’ultima. Sono stati sequestrati gli elenchi forniti dalle Asp riguardanti gli operatori sanitari a livello nazionale e a livello locale sono già emersi molti casi di reati. D’altra parte, è l’unica categoria che può essere controllata, essendo abbastanza definita.
In attesa della guardia di finanza, può arrivare in soccorso la matematica.

Stando agli stessi report pubblicati dal governo nel 2017, il personale impiegato nel SSN (Sistema Sanitario Nazionale) ammonta a 603 mila unità circa. Questo comprende medici, infermieri e anche personale tecnico amministrativo o professionisti vari (dirigenti di mense, pulizie ecc.). Il trend era decrescente e questo significa che oggi, in realtà, potrebbero essere anche poco meno di 600 mila (ovviamente con disparità regionali). Se a questi aggiungiamo chi lavora nel privato, potremmo stimare circa 800/850 mila persone che lavorano nella sanità. Il personale sanitario, appunto. Eppure, il governo nel piano vaccinale stima che il numero totale di persone da vaccinare appartenenti al personale sanitario è di 1 milione e 400 mila individui. Cioè circa 600 mila persone in più. Il totale è venuto fuori dai numeri forniti dalle varie ASP locali, quindi, o ci troviamo di fronte a errori macroscopici, oppure le liste sono state gonfiate introducendo qualcun altro.
Conoscere la verità, nonostante ci si trovi in un contesto democratico, sembra impossibile. Ma una mancanza di trasparenza così schietta non può che far emergere dubbi e corrodere la fiducia. Per ora, non possiamo fare altro che raccogliere i fatti, annotarli, per il futuro.