Di Settimio Alò

 

Oggi San Lucido, si rinnoveranno le cariche del Consorzio di bonifica Valle Lao. Interessati per la costa tirrenica tutti i comuni da Tortora a Campora e proprio a San Lucido, voteranno elettori e candidati residenti nei comuni di Falconara, Longobardi, Fiumefreddo oltre che allo stesso San Lucido; tutte le operazioni di rito si svolgeranno nella sala polifunzionale dalle 7.30 alle 22.

Eravamo tutti a conoscenza di questo round politico? Probabilmente nemmeno gli stessi aventi diritto al voto. Chi sono gli aventi diritto al voto? Sono quei cittadini che versano nelle casse del comune di residenza, un tributo in quanto proprietari di beni immobili, terreni e fabbricati, ricadenti all’interno del delle attività svolte dell’Ente (quali attività?). Il tributo di Bonifica, pagato dai cittadini ha come obiettivo (dovrebbe avere) la regolare manutenzione e gestione delle opere e degli impianti di bonifica, attività che il Consorzio svolge quotidianamente (secondo loro) con i suoi mezzi (escavatori, trattrici, decespugliatori ecc.) e con proprio personale specializzato, indispensabile per tutelare l’ambiente e contenere il rischio allagamenti. Il contributo viene imposto annualmente così come prevede la legge e varia dai 18 ai 20 euro per quel che riguarda San Lucido, rimpinguando le casse dell’ente, come tabella riporta (consultabile sul sito del Consorzio) di circa 11. 330 euro. Insomma, la solita teoria mai applicata, la lezione assegnata per casa e compiti mai svolti. Di quali reali benefici abbiamo goduto noi cittadini, grazie ai tributi versati da altri cittadini? Quali operai specializzati incontriamo per le strade, per le campagne o ai bordi di canali, torrenti e fiumi a tutela di esondazioni, straripamenti e frane? Un reale quotidiano svolgimento del lavoro a tutela del nostro territorio calabrese con mezzi propri o tavolate dove raccontare del più e del meno del giorno prima? I Consorzi di Bonifica sono purtroppo sconosciuti alla stragrande maggioranza dei cittadini e degli stessi consorziati: sono scarse le informazioni sulla loro natura, nonché sui compiti che sono loro affidati e, soprattutto, sull’attività che sono chiamati a svolgere.

Attività quasi sempre nascoste agli occhi distratti della gente, malgrado l’importanza del rischio idrico ed idrogeologico, che la Calabria tutta vive. Se tanto mi da tanto, verrebbe da dire che al peggio non c’è mai fine. La bonifica è un’attività pubblica che ha per fine la conservazione e la difesa del suolo, l’utilizzazione e tutela delle risorse idriche e la tutela ambientale.

I Consorzi di Bonifica sono una delle istituzioni principali per la realizzazione degli scopi di difesa del suolo, di risanamento delle acque, di fruizione e di gestione del patrimonio. Eppure sembrerebbe che non tutto quanto elencato venga debitamente portato a termine o nella maggior parte dei casi iniziato o “quotidianamente e diligentemente” svolto, con “uomini specializzati” e con “mezzi propri” di ultima generazione. Ma non basta: la competenza e la manutenzione fatta da uomini specializzati prevede il taglio delle erbe, il riescavo dei canali quando si intasano, la ripresa delle frane quando si verificano, la manutenzione dei livelli idrici, la vigilanza per l’esecuzione di opere che riguardano le reti idrauliche di bonifica. I Consorzi di Bonifica con gli interventi dei comuni interessati incassano fior di quattrini per servizi i quali risultati sono palesemente sotto gli occhi di tutti. “La Regione Calabria ha in programma interventi strutturali per 640 milioni di euro per quanto riguarda il nuovo piano di difesa da rischio idrogeologico” annunciava una legislatura fa l’Assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici, Giuseppe Gentile, spiegando che di “programmazione efficace” si sarebbe trattato. Eppure proprio dal 2015 in poi. Il dissesto idrogeologico in Calabria è crescita, rispetto alle precedenti rilevazioni. Le frane e le alluvioni, oltre a costituire un grave rischio per l’incolumità dei cittadini appesantiscono la finanza pubblica di un notevole onere per la riparazione dei danni, che costa da tre a quattro volte più della prevenzione. Sarebbe necessario una volta per tutte, smettere di prendere in giro i calabresi, evitare passerelle politiche qualunque nome abbiano o qualunque sia il nome sotto cui vengano identificate, spendere il denaro proveniente da tributi per le reali cause finali, assumere finalmente personale specializzato e professionale, licenziando chi è dedito a pic-nic e scampagnate, utilizzare i mezzi propri la dove esistano e siano stati acquistati.

Smettete di utilizzare la politica a vostro uso e consumo, umiliando una regione (la nostra, non la vostra) madre di cultura, architettura e turismo, riducendola a fanalino di coda in tutta Europa. Concludendo ecco le stime dei paesi costieri confinanti con San Lucido incassati dagli enti locali grazie ai tributi del consorzio. San Lucido 11.335, Paola 17.500, Falconara 4.300, Fiumefreddo 7.150, Longobardi 7.950, Belmonte 7.792, Amantea 6.600.