Di Antonello Troya

C’era un vero e proprio “Sistema Cosenza” dietro la gestione dei soldi destinati alla sanità calabrese. E il procuratore Spagnuolo accentua il tono quando parla di “Vaso di pandora che abbiamo scoperchiato e c’è ancora da lavorare”.

Falso in atto pubblico e abuso d’ufficio: queste le accuse contestate dalla procura di Cosenza a sei tra dirigenti ed ex dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale, sottoposti a divieto di dimora per ordine del Gip. Le ipotesi di reato contestate si riferiscono alla gestione dei bilanci, la progressione di carriera e l’indebitamento dell’Asp. I particolari sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa alla presenza del Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dr. Mario Spagnuolo, del Comandante Regionale Calabria della Guardia di Finanza, Gen. B. Guido Mario Geremia, del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, Col. Danilo Nastasi.

Destinatari del divieto di dimora l’ex direttore generale dell’Asp Raffaele Mauro, i dirigenti Remigio Magnelli, Giovanni Lauricella e Luigi Bruni.

Le misure interdittive riguardano gli ex commissari alla Sanità, Massimo Scura e Saverio Cotticelli, il dirigente regionale Antonio Belcastro, e poi ancora Antonio Scalzo e il dirigente dell’Asp Gennaro Sosto. Per alcuni di loro erano stati chiesti gli arresti domiciliari non concessi dal Gip.