Non accennano a placarsi le polemiche legate alla gestione delle Terme Luigiane. I sindaci, fanno sul serio, e puntano, dopo 84 anni, ad un bando pubblico. La Sa.Te.Ca. Che finora ha avuto i beni termali in concessione, manifesta, giustamente o meno, le proprie rimostranze e, i dipendenti, temono il licenziamento, sebbene, nel nuovo bando pubblico, dovrebbe esserci (Come orami funziona un pò dappertutto) il riassorbimento di tutto, o quasi il personale dipendente. Dopo l’apprensione coattiva dei beni, da parte dei sindaci dei comuni termali, Vincenzo Rocchetti (Guardia Piemontese) e Francesco Tripicchio (Acquappesa) è il momento delle “Trattative”, utili a non far saltare la stagione 2021. I primi cittadini, in una nota ufficiale inviata alla società Sa.Te.Ca. hanno avanzato una richiesta ben precisa, con tanto di canone. Da quanto evince dal comunicato congiunto, infatti: “Come ribadito in più circostanze, è nostra ferma intenzione favorire – con trasparenza e legalità – il prosieguo delle attività termali per la stagione 2021, tutelando i livelli occupazionali e garantendo, soprattutto, le prestazioni sanitarie. In tal senso, questa è la mia risposta e quella del collega Sindaco di Guardia Piemontese, Vincenzo Rocchetti, alla proposta pervenutaci dalla S.A.TE.CA. Manifestiamo la disponibilità a concedere l’utilizzo delle acque termali, nella quantità totale erogata dalle sorgenti (la medesima utilizzata fino alla Stagione 2020), fino al 18 Dicembre 2021.
Nel caso in cui, alla data del 15 Novembre 2021, non dovesse essere stata perfezionata l’aggiudicazione al vincitore del Bando, per la gestione dei beni comunali del Compendio Termale, entro il termine del 30 Novembre 2021 si valuterà la possibilità di definire le modalità e le condizioni per la prosecuzione delle attività termali per la Stagione Termale 2022. A fronte di quanto sopra scritto, la società S.A.TE.CA. dovrà versare, ai Comuni concedenti, una somma complessiva pari ad euro 120.000,00 – nelle modalità da concordare – comprensivi dei Canoni concessori che, gli stessi Comuni, sono tenuti a pagare alla Regione Calabria. Ovviamente, qualora la Regione Calabria (tenuto conto dell’emergenza Covid-19), esonerasse i Comuni da tale pagamento, la somma corrispondente sarà detratta dall’importo complessivo. Auspichiamo una soluzione di buon senso, che tuteli gli interessi di tutti, nella massima trasparenza e legalità”.

Ufficialmente, la Sa.Te.Ca. Non avrebbe comunicato nessuna risposta alle amministrazioni, in attesa di un riscontro ufficiale. Quel che invece, non è passato inosservato, è l’ennesima nota stampa dell’associazione lavoratori termali. Un breve intervento nel quale, giustamente, evincono ansie e paure tangibili, da parte di chi “Teme” di perdere, in piena pandemia, il proprio posto di lavoro. Quel che è balzato agli occhi dei più maliziosi, e a molti cittadini, rivoltisi alla nostra pagina, è una sorta di valutazione da parte del comitato, della proposta avanzata dai comuni. E nello specifico, riportiamo, un beeve estratto “….Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale: i Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese hanno intrapreso con la Sateca un confronto privo di regole. Quello che faticosamente si costruisce in una riunione viene, da parte delle Amministrazioni comunali, regolarmente smontato e rilanciato.
È il caso degli ultimi scambi epistolari tra Azienda e Comuni, dove si è passati dal paventare, da parte dei comuni, una concessione in comodato d’uso gratuito delle acque e degli immobili, alla richiesta di un canone di concessione per le sole acque di € 120.000,00 che corrisponde al triplo di quanto precedentemente corrisposto dalla Sateca sia per le acque che per l’uso degli immobili.
Ci chiediamo che senso abbia questa richiesta e se sia la politica giusta soprattutto in un momento storico di crisi del settore dovuto alla ridotta produttività legata al COVID. I signori Sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, anziché favorire un’azienda che nel 2020 ha garantito con grandi difficoltà le attività termali, e di conseguenza il nostro lavoro, triplicano il canone in totale controtendenza rispetto a quanto accade nel resto del mondo dove si tenta di intervenire sulle crisi aziendali con aiuti e sovvenzioni.
ln tutto questo la Regione Calabria, proprietaria delle acque, appare poco più di un semplice spettatore, dimenticando il ruolo di controllore che la legge sul termalismo calabrese le impone…”
Appare evidente, quindi, una valutazione pubblica da parte dell’Associazione Comitato Lavoratori Terme Luigiane, della richiesta dei sindaci alla Sa.Te.Ca. che ancora non si sarebbe pronunciata. Quasi, a dire: Comuni e azienda trattano, ed i lavoratori rilasciano considerazioni, e valutazioni pubbliche. Ovviamente, in Democrazia, è lecito, soprattutto, quando, ci sono timori ad alimentare tensioni. Quel che è certo, però, è che, da ambienti vicini alle amministrazioni comunali, sembrerebbe esserci abbastanza calma, in attesa di un responso, da parte di chi è deputato a rispondere ad un’offerta finalizzata al proseguimento delle attività Termali per la Stagione 2021.