Di Settimio Alò

Notizia inattesa quella delle dimissioni del vice sindaco in carica Alessandro Stefano arrivate nella giornata di martedì e sembrerebbe che lo stesso vice sindaco non ne vorrebbe sapere di ritrattare. Motivi strettamente personali alla base di tale scelta. Spiegazione classica e rituale, che non soddisferebbe e non soddisfa non solo i compagni di squadra, tanto meno la cittadinanza. “Le improvvise dimissioni (irrevocabili?) di Alessandro Stefano dal Consiglio Comunale, lamentano alcuni cittadini ascoltati in piazzetta – altro non sono che l’ulteriore conferma di come la politica dell’ultimo quindicennio sanlucidano sia stata improduttiva, incoerente e colma di imprevisti”. A poco meno di 3 mesi dalla nuova tornata elettorale la domanda scontata è quella se non fosse stato il caso “trattenere un po il fiato” arrivando al termine ultimo naturale. “Chi si impegna in politica, prosegue la voce di popolo, tanto più come figura di spicco come quella di Sindaco o di vice, di un paese, mette a disposizione dei concittadini non soltanto le competenze professionali, ma anche e soprattutto la passione e l’amore politico per la sua città e la sua gente, nella buona e nella cattiva sorte, e quindi mollare a questo punto diventa quasi non credibile”. Dai debiti di bilancio, alle minoranze silenziose/latitanti, dalle incomprensioni ai bisticci comunali, dai mancati lavori pubblici ai danni ambientali strutturali che San Lucido ha subito, dalle scuole alla viabilità al turismo fino alla tragica prematura scomparsa del neo eletto sindaco Leverino Bruno, l’ex perla del tirreno ripercorrendo una storia ventennale, è ormai consolidato come paese “sfortunato”. E quando tra aprile e maggio saremo chiamati ancora una volta alle urne, pensando a tutta la sfortuna politica che abbiamo avuto, si potrebbe ben sperare che apporre quella fatidica X, costituisca per sempre una croce da cui ripartire. Ma sarà davvero così? Unica osservazione da muovere verso l’ex vice sindaco riguarderebbe quindi la tempistica di una dimissione, senza entrare in merito a faccende comunali tanto meno personali. Eppure la pessima politica alla quale siamo stati abituati, sempre pronta a mostrare il lato peggiore di sé, non comprendendo e non avendo mai riscosso l’utilità del suo contributo, già affila le armi per una campagna elettorale fatta da altre mille disattese promesse snocciolando un lungo elenco del “fare” il quale unico evidente risultato, è solo stato lo spopolamento demografico, partenze per altre mete, disaffezione inequivocabile alla cosa pubblica ed un astensionismo ben oltre il 50%. “La politica dovrebbe essere dedizione verso la risoluzione dei problemi della cittadinanza, conclude un altro cittadino, senza sprechi e tornaconti personali ed in questo obiettivo sarebbe risultante fondamentale la presenza delle opposizioni che dovrebbero vigilare ed interagire. Nulla di tutto ciò, amorfe, impalpabili, dimissionarie più delle maggioranze, ostruzionistiche mai collaborative, conniventi ostaggi provinciali come regionali, le minoranze, in prima fila nel criticare le dimissioni di un vice sindaco, si erigono a punto di forza di quella politica distruttiva dei tempi odierni”.

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