Di Antonello Troya

Non era freddo. Era una brezza serale. Notturna. Che faceva da contorno ad una estate che tardava ad arrivare. Le urne avevano sentenziato. Inesorabilmente. Chi si leccava le ferite e chi invece brindava con champagne. Non sapremo mai se era prosecco. Ai più andava bene. L’importante era brindare. Sembrava che tutto filasse liscio e invece…. Invece sembrava un buco nero. Maldicenze, frasi dette e non dette, accordi fatti e non fatti, o meglio mai chiariti. Sembrava che ingoiasse tutto, questo maledetto buco nero. Il capo appena eletto dettava legge, quella sera a casa sua. Si erano dati appuntamento da lui. Mai fu errore più grande che confrontarsi nella tana del lupo. C’è il senso di territorialità. “Io decido”. Punto. Avrebbe detto il sindaco neo eletto, Vincenzo Cascini. E gli altri? Gli altri aspettavano. In attesa. Qualcuno potrebbe aggiungere anche “in dolce attesa”. Fatto sta che dei nomi che il capo aveva previsto sarebbe rimasto fuori uno. Il ribelle. Se fossimo in paradiso sarebbe apostrofato come “l’angelo più bello”. Che cade e finisce all’inferno. La giunta? Ecco i nomi: Francesca Impieri, Marco Liporace, Vincenzo Cristofaro e Maria Rosa Scavella, ovvero i più eletti, i più accreditati. E Vincenzo Spinelli? Appunto. Che fine farà il vicesindaco ormai ex? Sembra che non abbia alcuna intenzione di mettersi da parte. E chiama a raccolta i suoi. Chiede a gran voce che siano rispettati gli accordi assunti in fase preelettorale. Ovvero che avrebbe ricoperto l’incarico di vicesindaco con delega. Dall’altra la secca replica: è vero ma accordo valido se fosse arrivato tra i primi due. E invece Spinelli è arrivato quinto. L’angelo è caduto all’inferno. I voti che aveva previsto non sono arrivati. E la discesa è stata inevitabile. Dai toni accesi non si ricava nulla, avrebbe detto qualcuno vicino a Cascini e Spinelli. La base dello scontro rimangono i lavori pubblici. Li vuole Liporace, li vuole Spinelli, li vuole Cristofaro. Se li terrà il sindaco. Mossa più che prevedibile. Gli spiragli per un dialogo ci sono. Sempre. Aspettano una chiamata. l’uno verso l’altro. È una battaglia senza soldati, una guerra senza munizioni. Solo che le battaglie lasciano morti sul campo. Sempre.