Di Antonello Troya

Che i rifiuti siano un business, lo sapevamo. Che da questo business arrivino i soldi solo a quei privilegiati che hanno il nome legato al deposito dei rifiuti, era chiaro. Ma ad arrivare ogni anno a questo ricatto no, non ce lo aspettavamo. Ogni anno finiamo a raccontare storie e storie di cumuli e altre nefandezze varie sui bordi delle strade. Nefandezze che poi si legano alla malvagità dell’essere umano di non differenziare, di gettare rifiuti e quant’altro dove meglio crede, fottendosene alla grande di leggi, normative e ordinanze comunali. E se viene beccato è capace che si incazza pure per aver disturbato il suo lavoro di inquinatore. È bastato meno di una settimana per bloccare una intera Regione. Gli Ato, che avrebbero dovuto mettere un po’ di ordine nel settore ambientale non sono mai partiti. Per cui i soldi dai comuni (che avrebbero dovuto farne parte) non sono mai arrivati. La Regione, dal canto suo che aveva delegato gli Ato a gestire il settore, si è ritrovata ad affrontare una emergenza che avrebbe voluto risolvere con il pugno di ferro. Macché: niente rifiuti fuori regione, nessuno li vuole. E quindi Ato commissariati e ordinanza di scarico (l notizia è di ieri) e conferimento alle discariche autorizzate. Con buona pace dei calabresi che pagano le tasse sui rifiuti.