Di Antonello Troya

Strani movimenti in casa 5 stelle. Prima il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra, mette all’angolo Renato Bruno, consigliere comunale di Scalea e poi corteggia il sindaco di Santa Maria del cedro, Ugo Vetere. Ma andiamo per ordine. Che Morra sia il leader indiscusso del partito in Calabria ormai è risaputo. Tutte le decisioni devono passare dalle mani del presidente antimafia. Discorso che vale per Laura Ferrara ma anche per chi ha velleità battagliere che sfociano nella critica alle forze dell’ordine, magistratura e similari, sotto il sacro nome di “Gigino” e Grillo. E no! Così non va bene. Che per Morra l’atteggiamento dell’ex consigliere comunale di Scalea fosse stato, spesso e volentieri di cattivo gusto, se n’erano accorti tutti. Tranne Bruno. Un’opposizione consiliare sfociata in attacchi personali anche a figure istituzionali non deve essere andata giù a Morra. Lui è pur sempre il presidente dell’antimafia in una regione, dove la mafia comanda. Eccome. Se poi si ci mette anche il M5s a creare problemi, allora il gioco va cambiato. Anzi vanno cambiati i giocatori. Ed ecco che Renato Bruno presenta le sue dimissioni dal Consiglio comunale (con buona pace di Gennaro Licursi) e Morra si ricorda di un suo vecchio amico, che va sotto il nome di Ugo Vetere, il sindaco di Santa Maria del cedro, in veste di Gabibbo nazionale. Gente vera di sinistra, altroché. Lo scrivente, già nell’agosto di due anni fa aveva evidenziato la simpatia di Nicola Morra verso Vetere. La replica del sindaco di fede bianconera (è un patito della Juventus) fu immediata: “Uomo di sinistra, sono e qui rimango”. Forse i tempi non erano maturi. Ora si. Tolto dai giochi Renato Bruno il campo è libero per una bella candidatura alle Regionali. Troverebbe senso allora un intervento come quello di questi giorni nel quale Morra loda e imbroda Vetere per il lavoro svolto dall’amministrazione comunale di Santa Maria del Cedro, in merito alla battaglia di legalità intrapresa volta a conseguire per la sua comunità vaste aree demaniali dove da decenni senza titolo erano state realizzate strutture turistiche imponenti. E fa una tiratina di orecchie alle altre amministrazioni pubbliche, “distratte e remissive nei confronti di soggetti che hanno infranto le leggi”.