Di Francesco Maria Storino



Le emergenze chirurgiche rimangono a Paola. Ma occorrerà adesso attuare quelle direttive per consentire che uomini e mezzi possano garantire una sanità efficiente.
È quanto chiede l’amministrazione comunale che denota «una incomprensibile avversione nei confronti del decreto commissariale che assegna a Paola l’unità operativa complessa di chirurgia generale, dispositivo che anche il commissario straordinario, Caterina De Filippo, non ha ritenuto di dover revocare».
In riferimento al “denunciato” trasferimento delle urgenze chirurgiche presso il presidio ospedaliero di Paola, deciso con un provvedimento firmato da un dirigente medico si precisa che «si tratta di un atto compiuto dal direttore del dipartimento chirurgico dello stesso spoke, il dottor Massimo Candela, professionista del quale – malgrado continui e scomposti tentativi – nessuno può mettere in dubbio la competenza e le mansioni. Grazie all’opera di Candela, l’organizzazione sanitaria di questa fascia di Tirreno cosentino è notevolmente migliorata, perché improntata al rispetto di direttive emanate per agevolare esclusivamente l’utenza, non di certo per rendere più attraente una località rispetto all’altra». L’amministrazione stigmatizza chi osteggia l’attuazione delle pratiche fondamentali per garantire il rispetto dei livelli minimi di assistenza, messe in campo per garantire anche un miglioramento delle condizioni di lavoro: «un’attitudine campanilistica in distonia coi proclami di unità d’intenti, da chi sembra riconoscere la legge solo quando va incontro alle proprie recriminazioni, e mai quando, invece, attribuisce competenze e servizi agli altri». L’unico argomento valido che non dovrebbe costituire materia di discussione e di confronto, è quello relativo all’attuazione del decreto 64, che configura Paola come “polo chirurgico: “ma il dispositivo – si spiega – viene ignorato, sminuito e trattato come fosse una tematica aleatoria, senza tener presente che si tratta di un provvedimento che, nella sua essenza di “legge”, non dovrebbe neanche essere discusso perché uguale per tutti». Fermo restando che, a oggi, Paola s’è attivata – di concerto a tutti gli organi sovracomunali – affinché potessero essere iniziati e completati i lavori, sia all’interno che all’esterno dell’ospedale, nel verso di una migliore vivibilità tanto per l’utenza quanto per gli operatori». Anche i lavoratori del vicino nosocomio di Cetraro sono allarmati. Si sono riuniti in ospedale e successivamente la crisi è stata affrontata dal sindaco Angelo Aita che denota: «una completa assenza di organi dirigenti unita all’assenza di una seria, organica e coordinata programmazione. Ognuno così si sente legittimato ad assumere le decisioni che meglio crede opportune». Quindi l’invito ai sindaci dell’alto Tirreno di riunirsi per far fronte alla situazione.