PAOLA- “In questi giorni la stampa sta dando ampio risalto agli ultimi esiti delle vertenze che vede il Comune di Paola soccombente nei giudizi dei procedimenti intrapresi dai cittadini ingiustamente vessati da bollette illegittimamente inviate poiché prescritte. Sull’acqua del 2019, era evidente che trattandosi di fatture emesse dopo il 01 gennaio 2020, indipendentemente dal periodo a cui si riferiscono, deve ritenersi applicabile il nuovo termine di prescrizione biennale, decorrente – tra l’altro – proprio dal giorno dell’emissione della fatture ed nel termine di due anni da questo, come per le bollette 2019 emesse a gennaio 2020. Così si è pronunciata la Prima Presidente della Cassazione Margherita Cassano in Roma, 9 maggio 2023 (data pubblicazione 10/05/2023) “… la disposizione transitoria di cui all’art. 1, comma 10, della legge n. 205 del 2017 determina esplicitamente l’evento temporalmente rilevante ai fini della decorrenza del regime prescrizionale biennale, individuandolo nella data di scadenza del pagamento delle fatture e non nella erogazione od effettuazione dei consumi…”. A suo tempo Rbc con il consigliere comunale Andrea Signorelli aveva sollevato il problema anche per l’enorme buco di bilancio consequenziale che ne scaturirà. Il Comune di Paola eccepisce, in ordine al decorso del tempo, il periodo di sospensione degli accertamenti fiscali di cui all’art. 67 del D.L. 18/2020, confondendo – appunto – l’accertamento fiscale con quello relativo alle entrate patrimoniali di cui invece si tratta, a cui si accompagna e fa seguito l’incredibile errore di confondere – poi – detta sospensione (che, come detto è relativa solo agli accertamenti fiscali) con quella disciplinata dall’art. 68 dello stesso D.L. 18/2020 che regola, invece, la sospensione della diversa attività di riscossione (“…Art. 68 – Sospensione dei termini di versamento dei carichi affidati all’agente della riscossione – …”). Si fa una inconcepibile confusione – quindi – tra attività diverse che regolano le diverse entrate, confondendo dapprima le entrate fiscali con quelle patrimoniali e poi tra accertamento e riscossione. Di quanto accade e continua ad accadere l’amministrazione comunale e l’organo di revisione dovranno tenere conto nella redazione e valutazione del piano di riequilibrio che a brevissimo dovrà essere portato in consiglio comunale per la sua approvazione. Si dovranno fare tutte le opportune valutazioni sui ruoli pendenti, anche quelli ancora non notificati ma ugualmente prescritti quindi procedere ad opportune valutazioni sull’ammontare preciso del deficit da ripianare e sulle reali e realistiche previsioni di entrata. Ogni consigliere comunale con il proprio voto se ne assumerà le conseguenti responsabilità. Ancora una volta questo movimento sente proprio il dovere morale di rendere partecipi pubblicamente e per tempo le proprie valutazioni, nessuno potrà dire “non lo sapevo, non mi è stato detto”. È quanto rende noto nel corso di una nota stampa Il movimento consiliare Rete dei Beni Comuni.