Di Francesco Maria Storino (Gazzetta Del Sud)


Si è tenuta ieri mattina al Sant’Agostino – sede del comune di Paola – una riunione di sindaci e amministratori del distretto socio sanitario Paola-Cetraro. È stata anche l’occasione per l’equipe tecnica di illustrare la riprogrammazione Pac, nonché del Puc e di altre proposte condivise dai vari partecipanti. In particolare l’associazione “Calcia l’autismo” di cui è presidente Gigi Lupo ha evidenziato a margine dei lavori quelle necessità rappresentate dalle famiglie con portatori di handicap. Sul territorio continuano a mancare adeguati e sufficienti centri di attività riabilitative cognitive-comportamentali come peraltro previsto nelle linee guida 2011 dell’Istituto superiore della sanità a riguardo il “trattamento dei disturbi dello spettro autistico” nei bambini e adolescenti. Su questo aspetto, alle famiglie con difficoltà economiche sarebbe importante concedere dei “voucher disabili” per sostenere spese che oggi sono tutte a carico delle stesse. Sussiste poi la necessità di istituire un osservatorio stabile presso l’ufficio del territorio Asp del distretto di Paola-Cetraro: un apposito registro delle persone affette da autismo in maniera tale da programmare idonei interventi con l’impegno delle relative risorse finanziarie necessarie.
Mancano servizi rivolti ai soggetti con disabilità intellettiva. Strutture sportive come piscine o per lo svolgimento di sport collettivi. Carenze vengono riscontrate negli altri servizi complementari alla vita quotidiana. L’associazione che si è fatta portavoce dei portatori di handicap e le famiglie chiede attenzione. Ogni soggetto preso in carico dell’ufficio del territorio del distretto dell’Asp di Paola-Cetraro, dovrebbe essere seguito in piena sinergia tra le diverse figure presenti: famiglia, scuola, centri di terapia e associazioni dove svolgono le attività. Detti soggetti devono di conseguenza operare insieme. Occorre favorire la nascita di piccole case famiglia dove i ragazzi possano affrontare il distacco dalla famiglia, così come consolidare l’assistenza domiciliare e promuovere corsi di formazione. Infine percorsi di sensibilizzazione e informazione ai familiari nonché cicli di giornate volte a favorire l’accrescimento dell’autonomia.