Di Martino Ciano (Radio Digiesse)

Una sentenza, varie ottemperanze, fiumi di parole, di proclami, una storia ingarbugliata che ha un unico filo conduttore: la volontà di non giungere mai alla soluzione del problema.
L’ospedale di Praia a Mare non fa più notizia. Questo è il primo dato di fatto. Di fronte ai soliti proclami di riapertura si diventa come San Tommaso, increduli fin quando non si tocca con mano.
Ma quando la politica non risolve i problemi inventa le “complicazioni del caso”, la soluzione invece è semplice: una sentenza si rispetta e si applica. Non ci vogliono giuristi o esperti. Si chiama logica, quella a cui si è educati fin da bambini.
Causa ed effetto, non dovrebbe esistere altro. L’ospedale di Praia a Mare è invece una struttura in balia del “cieco caso” portato avanti senza coscienza da chi fa del “linguaggio politichese” un’arma di “confusione di massa”.
Confondere le idee piace alla politica, perché spettacolarizza la lotta per il potere. Che questo fenomeno sia locale, regionale o nazionale, le regole sono sempre le stesse. Prima si annuncia, poi si resta vigili affinché ciò che si è annunciato sia portato a termine, poi, quando la promessa non si può mantenere ci si appella alla giurisprudenza, ai cavilli burocratici.
Il risultato? Il cittadino si arrende, il politico gongola perché ha fregato ancora una volta l’elettore e forse lo fregherà di nuovo.
La battaglia per l’ospedale non è una battaglia, è un gioco perverso. Va avanti da dodici anni, da quando ancora Praia a Mare aveva un ospedale. Era il 2010 quando riecheggiò per la prima volta la parola “riconversione”, per effetto del decreto 18/2010, ma nelle stanze dei bottoni questo termine era in uso già dal 2008.
Il 4 febbraio 2011 la prima grande manifestazione che partì dal piazzale dello stadio Mario Tedesco di Praia a Mare. Noi c’eravamo, eravamo tra i cittadini, tra i sindaci dell’epoca, eravamo tutti più giovani ed eravamo anche convinti che servisse a qualcosa.
La prima sentenza del Consiglio di Stato arriva nel maggio 2014. Festeggiamenti, dichiarazioni e applausi hanno riempito strade, piazze e social network per giorni. Niente di fatto. Poi, la lunga trafila, fino al taglio del nastro del 3 novembre 2017. Abbiamo riaperto l’ospedale? Meglio non parlarne.
Oggi se ne riparla. A Praia a Mare, la battaglia è politica. Il sindaco Antonio Praticò imbecca l’ex consigliere di maggioranza, Antonino De Lorenzo. Un rincorrersi di dichiarazioni contrastanti che servono a creare il “giusto clima” per la prossima campagna elettorale. Roba da “Chi vivrà vedrà!”.
Intanto, la stampa “disinformata”, così siamo stati tacciati insieme ad altri colleghi, si guarda intorno e accoglie anche le parole di chi ammette che “questa volta sarà la volta buona”.
Perché? Dai piani alti arrivano sempre più sì alla “riabilitazione” del presidio; ci sono i soldi del Pnrr; gli equilibri politici si sono spostati. Insomma, prendiamo per buone queste parole.
Alla cronaca non si comanda, un po’ come al cuore.
L’unica cosa che possiamo dire è “Buona fortuna a tutti”.