Di Francesca Lagatta

«Considerato che l’emergenza/urgente afferente alla disciplina di chirurgia generale dello spoke Cetraro/Paola è allocata irrazionalmente presso lo stabilimento ospedaliero di Paola, privo della Unità operativa complessa di Rianimazione, e che ciò comporta gravi rischi per la salute dei pazienti, si dispone che a far data dal 2 settembre 2019 l’emergenza/urgenza di chirurgia generale venga espletata presso lo stabilimento ospedaliero di Cetraro, fino a nuove disposizioni. I direttori dell’area chirurgica in indirizzo sono invitati a dar seguito con immediatezza alla disposizione». E’ quanto si legge in un documento ricevuto nelle scorse ore da numerosi dirigenti della sanità calabrese ai loro indirizzi di posta.

La riattivazione delle attività chirurgiche a Cetraro

Da maggio scorso, le sale operatorie dell’ospedale di Cetraro non erano più state utilizzate per le operazioni dei pazienti in regime di emergenza e urgenza. A causa di una gravissima carenza di personale sanitario, che non ha consentito il prosieguo delle attività, gli interventi si potevano autorizzare solo se programmati e dunque solo a beneficio dei pazienti già ricoverati. Ma nelle ultime settimane, le attività frenetiche e un numero sempre minore di medici in servizio, ha compromesso anche quelli. Così, il polo chirurgico di zona era stato incentrato nelle sale operatorie dell’ospedale San Francesco di Paola, che per tre mesi si è fatto carico di tutte le emergenze del territorio, una striscia di terra di cento chilometri in cui è praticamente accaduto di tutto: accoltellamenti, omicidi, incidenti, risse, malori, annegamenti e tutto ciò che può capitare lungo una costa presa d’assalto da quasi un milione di turisti.

Il contrordine

Da stamattina, il nuovo ordine è che gli interventi chirurgici in regine di emergenza e urgenza vengano effettuati nuovamente a Cetraro. Il motivo, secondo quanto riporta il documento, è che non essendoci all’ospedale San Francesco il reparto di rianimazione, i pazienti freschi di operazione correrebbero grossi rischi per la salute. Molte volte, infatti, appena usciti dalle sale operatorie vengono caricati sull’ambulanza e sballottati da un ospedale all’altro in cerca di un posto in Rianimazione.