Di Saverio Di Giorno

La Calabria è famosa per avere le montagne a picco sul mare. I giganti del cielo che siedono sull’abisso. Ma vicino al mare ha anche giardini. Flora autoctona della Calabria che si fa strada sulla sabbia e qui vive. O vorrebbe vivere se gli speculatori del cemento glielo consentissero. E questa volta a voler colonizzare questi tratti di paradiso, tra l’altro tutelati dalla legge, è il comune di Grisolia. Solo l’ultimo in ordine di tempo.
Un provvedimento dal titolo accattivante: I Giardini del Mare: interventi di riqualificazione ambientale per la valorizzazione e fruizione turistica della Flora protetta con legge regionale numero 47/2009 e s.m.i..peccato che poi all’interno, tale progetto ha come riferimento di copertura la legge regionale n. 24/87 : “Norme per il finanziamento di opere pubbliche”. L’importo complessivo dell’opera ammonta a euro 500.000; l’ufficio tecnico sta provvedendo agli atti propedeutici per la stesura del progetto definitivo -esecutivo, al fine di garantire l’immediata cantierabilità. L’area oggetto dell’intervento appartenente al Demanio Marittimo si trova in località Pantano del comune di Grisolia, zona a Valle della SS 18 fino alla battigia. Ne danno notizia con una nota congiunta varie associazioni: Italia Nostra, Artemis, Comitato Difesa Ambiente, Calabria Nuova e Baticos-Bio. Dopo aver visionato progetti e mappature si dichiarano esterrefatti, perché sotto il cappello della qualificazione della flora si inserisce la costruzione di viali di cemento, aree giochi, spazi spettacoli, fiere che hanno quindi la conseguenza di distruggere il patrimonio paesaggistico. Un’opera che va fermata o rivista.
Nella relazione si dice che l’area è degradata e priva di interesse cosa falsa secondo Italia Nostra, perché è una di quelle aree segnalate nelle quali appunto si trovano Gigli di mare e dune naturali. L’associazione in passato aveva già segnalato altre aree nei comuni di Grisolia, Scalea, e Praia a Mare. Aree situate negli arenili demaniali con presenza dei Gigli di Mare, “comunque una volta ben più estese la cui superficie è andata sempre più restringendosi a causa di una intensa quanto incontrollata attività turistica, ed infrastrutturale, aree tutte sottoposte alla tutela paesaggistica del decreto legislativo 42/2006 e s.m.i.”
Più in avanti la nota congiunta ricorda che “la Legge prevede un rigoroso sistema sanzionatorio per chi danneggia, sradica o commercializza gli esemplari della Flora spontanea di alto pregio inseriti nell’elenco. All’accertamento delle violazioni e all’irrogazione delle relative sanzioni provvede il comune nel cui territorio è stata commessa la violazione.” Le associazioni si dichiarano disponibili a un incontro con l’amministrazione e chiedono alla Regione e alle istituzioni di ritirare tale progetto.
A quanto pare Grisolia sta per commettere l’ennesimo abuso sul territorio, mentre altri comuni potrebbero averlo già commesso. Non è forse il caso di accertare se ci sono state queste violazioni e in caso affermativo di procedere secondo legge?
Forse questi progetti hanno, in buona fede, l’obiettivo di lanciare e valorizzare il turismo di questo pezzo di costa, ma siamo sicuri di aver capito bene il motivo per cui i turisti vengono nei nostri luoghi? Le persone vogliono ammirare quei pezzi di natura intatta che altrove scarseggiano, le bellezze naturali, storiche e paesaggistiche non vedere viali, giochi e coste cementificate che si trovano ovunque. È giunta l’ora di ripensare il turismo e lo sviluppo di questi territori in maniera sana e per farlo occorro dividere l’amministrazione dagli interessi degli speculatori (più o meno criminali) che in troppi casi e per troppo tempo si sono sovrapposti.