Comunicato stampa

“San Francesco brutto”
Una brutta storia a lieto fine.

Diciamoci la verità: ad una certa parte dell’establishment politico fuscaldese quella statua non è mai piaciuta. E forse anche a qualche improvvisato critico d’arte: ironie, battute, e azzardi sulle proporzioni. Non c’è mai stato un motivo preciso, ma per tanti era un San Francesco brutto. Si brutto. Tanto che si è respirato davvero aria di sollievo quando senza nessun motivo apparente qualcuno ha deciso di sostituirla ,in una delle piazze principali del paese, con uno più bello. Di color oro, contornato di faretti e fiori, e con tanto di catena ornamentale quasi a proteggerlo. Questo si che è bello. Scelta azzeccata. Atteggiamento pagano obietterà qualcuno, la ricerca della bellezza come modalità di adulazione dell’ effige ci riporta agli anni ante cristum dei templi e dei sacerdoti. Ma così è stato.

E’ rimasto un solo problema: trovare una sistemazione a quell’altro. Quello senza tante pretese. Buttarlo no, porta male, non si sa mai “amavissa fa piccatu?”meglio di no. Così si è deciso di metterlo lì in una zona periferica, anch’essa senza troppe pretese, che è già tanto. Adagiato lì sembra quasi più brutto, anzi secondo alcuni “ neanche ci assomiglia a San Francesco” (quasi lo conoscessero personalmente). Ed allora, i nostri amministratori, devono aver pensato che non è tanto peccato se ci crescono le erbacce sopra e se i rifiuti lo circondano, se le panchine e i lampioni intorno sono rotti. Da non credersi:una foresta amazzonica e una discarica di calcuttiana memoria. Ma si tanto chi va a pregare un santo così?

Noi invece ce ne siamo innamorati e per noi è bellissimo. E ci piace pensare che si è voluto mostrare così: umile. Vederlo solo, bistrattato, umiliato dall’incuria e dal menefreghismo dell’amministrazione comunale , per miracolo, lo ha reso importante ai nostri occhi e indispensabile ai nostri cuori. Un po’ forse perché lo identifichiamo con chi è più debole, con quelli che vengono presi sempre in giro e che in fondo vengono messi da parte proprio come lui. E coperti e accoppati dalle radici della cupidigia politica e dalle scorie delle promesse elettorali. Si è così, adesso siamo sicuri. Quello è davvero San Francesco e come lo chiama qualcuno in maniera dispregiativa il “San Francesco dei poveri”. Dei poveri… si perchè San Francesco è davvero il santo dei poveri che vive nelle ristrettezze e nella carità cristiana.

Il santo degli ultimi e dei deboli. Gli stessi che noi con la nostra azione politica abbiamo giurato di aiutare, contro una amministrazione sorda ad ogni istanza dei più bisognosi, insensibile ai “diversi”, capace (sempre con gli stessi) solo di organizzare sagre ittiche. E con grande riffa finale. Noi Fuscaldo la pensiamo diversa. La pensiamo solidale, orgogliosa della propria identità e della propria cultura, non succube involontaria della sagra ad ogni costo. La vogliamo giusta senza concorsi di vestiti ( o concorsi vestito scegliete voi), e vadano fuori dalle stanze che contano rossetti, aperitivi galeotti e occhiolini ammiccanti. La pensiamo legale, colta e piena di opportunità per tutti.
La vogliamo con il nostro stadio comunale teatro dei sogni di noi ragazzi che sognavamo scivolate e funamboliche rovesciate. E con esso rivogliamo tutti i nostri campetti abbandonati. La vogliamo con il mare pulito e spiagge decorose. Rivogliamo la vera Fuscaldo e ce la dovete dare subito e senza sconti comitiva. E a noi “cetti discossi” non li potete fare. Noi ora ci siamo e non ci tireremo indietro. Noi “cambiamo insieme” e saremo sempre dalla parte di “San Francesco Brutto” e di quello che rappresenta e difende.

“Cambiamo Insieme”